dal nostro inviato Matteo Bosco Bortolaso
Parigi (Francia), 17 nov. (LaPresse) – In una giornata convulsa e con nuovi falsi allarmi, Parigi si ritrova con un’ulteriore angoscia: con ogni probabilità c’è un nuovo fuggitivo cui non si era pensato in un primo tempo e al momento non se ne conosce né nome né volto. Si sa che Salah Abdeslam, il primo ricercato, è scappato dalla Francia al Belgio, dove si dovrebbe ancora trovare e dove – temono gli inquirenti – sta preparando un’azione kamikaze “finale e distruttiva”.
IL NUOVO VIDEO. Il secondo fuggitivo si sarebbe trovato, proprio assieme a Salah, nell’auto Seat Leon nera che ha seminato il terrore per boulevard Voltaire venerdì sera. Secondo diversi testimoni, infatti, a bordo c’erano tre persone: Salah, suo fratello Ibrahim, fattosi esplodere davanti al Comptoir Voltaire. Anche se gli investigatori non hanno ufficializzato la presenza di un terzo uomo nell’auto, i giornalisti francesi più informati parlano di un video consegnato alla polizia da un testimone: si vedrebbe l’auto con proiettili che escono da destra e da sinistra, mentre un’altra persona guida.
GLI ALTRI TERRORISTI. Si hanno certezze sui numeri ma non sempre sull’identità degli altri attentatori. Al teatro Bataclan gli attentatori erano tre, e sono tutti morti: si tratta di Isamel Omar Mostefai, Samy Amimour e un terzo non identificato. Anche allo Stade de France c’erano tre terroristi, e si sono fatti esplodere tutti e tre. Solo di uno di loro ha un nome e un cognome: Bilal Hadfi, il più giovane del comando, nato 20 anni fa. Un secondo terrorista usava un passaporto siriano, che secondo il ministero della Giustizia francese era un falso. Tutti gli identificati sono cittadini francesi, almeno quattro di loro sono stati in Siria.
LE BASI DI ALLENFORT E BOBIGNY. Si è scoperto che i terroristi hanno fatto base in due luoghi non troppo lontano dalla capitale, prendendo in affitto un appartamento e un paio di stanze. Il primo si trova a Bobigny, nella periferia nordorientale di Parigi, non lontano dallo Stade de France. Lo aveva trovato Brahim Abdeslam, l’attentatore che si è fatto esplodere al Comptoir Voltaire, attraverso un sito Internet. L’affitto era stato pagato dal 10 al 17 novembre. Il fratello di Ibrahim, Salah, aveva invece preso due camere a Alfortville, a Sud della capitale. Secondo BfmTv, le due camere d’albergo erano state pagate in contanti.
PROVE DI COALIZIONE. Sul piano diplomatico, oggi si sono gettate le prime basi di quella che potrebbe essere una coalizione internazionale inedita, che qualcuno ha chiamato la “Yalta del terrorismo”: François Hollande vorrebbe al suo fianco il presidente americano Barack Obama e l’omologo russo Vladimir Putin. Per questo, volerà a Washington e Mosca la settimana prossima. Oggi, assieme al suo ministro degli Esteri, ha visto il segretario di Stato Usa, John Kerry, cui ha illustrato una prima idea per intensificare le operazioni militari in Siria. Dal canto suo, il Cremlino ha parlato di un accordo tra il presidente Putin e Hollande, durante una conversazione telefonica, per coordinare azioni militari contro lo Stato islamico in Siria. In serata, il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato nuovi bombardamenti francesi su Raqqa, roccaforte dello Stato islamico in Siria.
PRIME DIVISIONI IN PARLAMENTO. A livello interno, però, cominciano a emergere le prime crepe nel Parlamento di Parigi. Mentre il premier Manuel Valls parlava all’Assemblea nazionale, l’ala sinistra dell’emiciclo si è alzata in piedi più volte in ovazione. L’ala destra, invece, è rimasta seduta. Durante il discorso di Hollande di lunedì, al contrario, le ovazioni erano state bipartisan. Il messaggio è semplice: il presidente, capo di Stato, simboleggia l’unità di Francia, ma il primo ministro no. Le distinzioni politiche rimangono, e si faranno sempre più forti, anche perché le elezioni regionali sono in agenda all’inizio di dicembre.
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