di Matteo Bosco Bortolaso

Parigi (Francia), 15 nov. (LaPresse) – Continua la caccia al terrorista in Francia, mentre gli investigatori tentano di mettere assieme i pezzi di un puzzle terroristico che collega Francia e Belgio ma anche Turchia e Siria.

Per i media e l’opinione pubblica non è semplice districarsi tra ridde di ipotesi e liste di sospetti, che spesso vengono tenute segrete da polizia e inquirenti nel tentativo di prendere i presunti terroristi prima che si rendano conto di essere braccati.

IL 29ENNE FRANCESE. Sembra esserci certezza su un morto, uno dei kamikaze che ha partecipato alla carneficina al teatro Bataclan. Cittadino francese, 29 anni, Ismael Omar Mostefai era nato nei sobborghi di Parigi ma viveva da anni a Chartres. Il giovane, padre di una bambina, aveva attirato l’attenzione degli investigatori per il suo radicalismo e per i suoi viaggi in Siria, raggiunta tramite la Turchia. Non era però considerato come una minaccia maggiore. Il suo coinvolgimento viene dato per certo, mentre la sua identità è stata rilevata usando un dito trovato sul luogo del massacro.

I KALASHNIKOV A MONTREUIL. Una Seat Leon nera è stata individuata dalla polizia a Montreuil, alla periferia orientale di Parigi. Nell’auto, prelevata dalla polizia, c’erano uno zainetto e tre Kalashnikov. La Seat Leon è stata con ogni probabilità utilizzata da un gruppo di tre attentatori che ha seminato il terrore nei boulevard di Parigi, sparando contro bar e ristoranti. Gli attentatori avrebbero però cambiato lasciato l’auto a Montereuil e si sono diretti in Belgio, dove potrebbero essere stati arrestati ma su questo non c’è ancora conferma ufficiale.

GLI ARRESTI A MOLENBEEK. Di sicuro, invece, sono stati arrestati alcuni sospetti – forse sette – in Belgio, nel comune di Molenbeek, che si trova nell’area della capitale Bruxelles. Il ministro belga per la Giustizia ha detto che gli arresti “possono essere visti in connessione con l’auto grigia noleggiata in Belgio e trovata davanti alla sala del Bataclan”.

IL SOSPETTO RICERCATO. La polizia francese ha poi diffuso la foto d un sospetto potenziale per gli attacchi di Parigi, ricercato su richiesta della giustizia del Belgio con mandato internazionale. Si tratta di Abdeslam Salah, di 26 anni, nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles, in Belgio, ma cittadino francese. Occhi marroni, 1,75 metri di altezza. Chi lo vede deve chiamare il 197. Si è parlato di due o tre fratelli coinvolti nell’attentato, ma l’identità di questi fratelli – al momento – non è stata resa pubblica.

IL PASSAPORTO SIRIANO. Si è fatta luce anche sui passaporti ritrovati presso lo Stade de France, ulteriore bersaglio dei terroristi nella serata di venerdì. Un primo documento, siriano, a nome A.A. (per alcuni Abdoullahi), ha attirato l’attenzione degli investigatori e sembrerebbe appartenere ad uno dei terroristi. La Serbia ha confermato che quel passaporto è stato mostrato da un migrante che aveva attraversato i confini del Paese. Difficile però dire se l’identità del terrorista corrisponde a quella del passaporto.Iin Siria, in questo momento, si può comprare un documento falso senza troppi problemi. Il passaporto egiziano di cui si era parlato ieri, infine, apparterebbe ad una vittima e non ad un attentatore: lo ha confermato l’ambasciatore del Cairo a Parigi.

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