Varsavia (Polonia), 24 ott. (LaPresse/EFE) – Oltre trenta milioni di polacchi sono chiamati alle urne per le elezioni politiche di domani. Un voto che sarà decisivo per definire il ruolo della Polonia nell’Unione europea, la sua posizione sulla crisi dei rifugiati o un’eventuale adesione all’euro. E soprattutto, un voto che potrebbe porre fine agli otto anni di governo del centrodestra in uno scontro elettorale tutto al femminile.

Gli ultimi sondaggi danno infatti favorita la candidata conservatrice-nazionalista di Diritto e Giustizia, la 52enne antropologa Beata Szydlo, con circa il 32 percento dei voti. La Sydlo, che difende l’importanza del ruolo dei cattolici e dei valori patriottici, propone una redistribuzione della ricchezza a favore delle classi lavoratrici ed è riluttante ad accettare tutte le direttive provenienti da Bruxelles, soprattutto quelle che impongono di ridurre la dipendenza polacca dal carbone.

La Sydlo dovrà vedersela con l’attuale primo ministro, la centrista di Piattaforma Civica, la 58enne Ewa Kopacz, che secondo i sondaggi dovrebbe ottenere non più del 20 percento delle preferenze. Nonostante il buon andamento dell’economia e il ragionevolmente basso tasso di disoccupazione (10 percento) in Polonia, gli elettori sembrano volersi allontanare dal partito di governo, dopo diversi scandali per corruzione e una politica a volte lontana dai reali problemi della popolazione.

Gli elettori dovranno eleggere 460 deputati e un centinaio di senatori.

Accanto alle due grandi formazioni, corrono anche piccoli partiti che potranno essere decisivi per creare eventuali coalizioni di governo nel caso il vincitore non raggiungesse la maggioranza assoluta.

Tra questi spicca l’outsider di Sinistra unita, Barbara Nowacka, he ha già fatto sapere che una coalizione contro Diritto e Giustizia possa rendersi necessaria per difendere l’europeismo in Polonia ed evitare un governo che segua i passi dell’ungherese Victor Orban.

Nel contesto di possibili alleanze, spunta l’ex rocker Pawel Kubiz, che secondo molti analisti rappresenta uno dei pezzi chiave sia per un governo conservatore sia per una coalizione anti Diritto e Giustizia. Kukiz, che ha concluso ieri la sua campagna elettorale a Londra, è forte dei voti raggiunti durante le ultime elezioni presidenziali di maggio, circa il 20 percento al primo turno ma non ha ancora fatto sapere se intende offrire il suo sostegno nel caso i due partiti maggiori glielo chiedessero.

Jaroslaw Kaczynski, il 66enne leader degli ultraconservatori del PiS, gemello dell’ex presidente Lech morto nell’incidente aereo di Smolensk nel 2010, è dato per favorito per trionfare con la Szydlo dopo otto anni di opposizione, grazie alle promesse sul welfare e alla retorica anti-migranti.

Il dato che però tutti gli analisti segnalano è rappresentato dal 35enne professore di Storia, Adrian Zandberg, leader del partito quasi sconosciuto Razem (Insieme), una formazione con molte somiglianze alla spagnola Podemos. Anche se i sondaggi lo danno a meno dell’1 percento dei voti, senza possibilità di avere un posto in Parlamento visto che la soglia di sbarramento è fissata a 5 percento (8 per le coalizioni) Zandberg è il vincitore del dibattito tra tutti i candidati e non sono pochi quelli che vedono in questo giovane dalla buona retorica e naturalezza in forme, un candidato da considerare per il futuro.

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