Il Cairo (Egitto), 18 ott. (LaPresse) – Aperte le urne in Egitto per le prime elezioni parlamentari del paese dopo la cacciata dell’ex presidente Mohammed Morsi nel 2013. Più di 27 milioni di egiziani delle 14 province dovranno esprimere la loro preferenza di voto oggi e domani nel primo turno della prima fase, secondo i dati forniti dall’Alto Comitato elettorale del Paese. Le elezioni egiziane si tengono infatti in due fasi e si chiuderanno il 2 dicembre.
La prima fase riguarda appunto 14 governatorati e avrà due turni, uno oggi e domani e l’altro il 27 e 28 ottobre. La seconda fase, per i rimanenti 13 governatorati, inizierà il 22 e 23 novembre e si concluderà con un secondo turno l’1-2 dicembre.
Dopo il voto degli egiziani all’estero di ieri, oggi tocca tra le altre alle province di Guiza vicino al Cairo, a quella settentrionale di Alessandria e a quelle meridionali di Luxor e Assuan. L’esercito egiziano e la polizia hanno dispiegato circa 180mila soldati per ogni turno di voto per garantire la sicurezza delle elezioni.
PARTITI IN CAMPO – Queste elezioni sono caratterizzate dall’assenza dei Fratelli musulmani, un tempo principale forza politica del Paese, e dalla partecipazione di un gran numero di imprenditori, militari, politici in pensione ed ex membri dell’antico regime di Hosni Mubarak. Il nuovo Parlamento, che sarà monocamerale, è chiamato a riempire il vuoto causato dalla dissoluzione dell’Assemblea legislativa nel 2012 e del Senato nel 2013, che ha permesso al presidente Abdelfatah El-Sissi di governare senza contestazione e sulla base di decreti.
Le parti in campo si sono unite in nove grandi coalizioni, tra i quali sta emergendo come uno dei preferiti “Per amore dell’Egitto”, guidato dall’ex generale dell’esercito, Sameh Seif al Yazal, e sostenuto dal commerciante cristiano Naguib Sawiris. Il Parlamento sarà composto da 596 posti a sedere, di cui 448 saranno eletti come indipendenti, 120 vanno ai vincitori di tutte liste di partito, e il resto 28 saranno nomine presidenziali.
IL VOTO ALL’ESTERO – Ieri si è votato in 139 delegazioni consolari e diplomatiche in tutto il mondo, tranne in Paesi di conflitto come Libia e Yemen. Solo 700mila dei 5 milioni di egiziani residenti all’estero si sono registrati per votare: la maggior parte di loro vive in Paesi arabi e gran parte in Arabia Saudita.
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