Dal nostro inviato Fabio De Ponte

New York (New York, Usa), 25 set. (LaPresse) – Si apre oggi a New York la riunione plenaria dell’assemblea generale dell’Onu. Si tratta di uno dei momenti più significativi dell’assemblea, dedicato alla adozione della Agenda 2030, il documento che traccerà gli obiettivi per lo sviluppo dei prossimi quindici anni, da qui al 2030.

PAPA FRANCESCO APRE LA TRE GIORNI PER L’AGENDA 2030. La plenaria durerà tre giorni, da oggi a domenica, e sarà aperta dall’intervento di Papa Francesco, che metterà al centro i temi dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile e della difesa degli ultimi: un elenco di priorità praticamente sovrapponibile a quello dell’Organizzazione mondiale degli Stati. Il documento che sarà adottato si intitola ‘Trasformare il nostro mondo: L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile’. “Una roadmap – l’ha definito Ban Ki-moon – per mettere fine alla povertà globale, costruire una dignità di vita per tutti e non lasciare nessuno indietro”, nonché un “appello a lavorare insieme e intensificare gli sforzi” per “assicurare la pace e guarire il nostro pianeta a beneficio delle future generazioni”.

I 70 ANNI DELL’ONU. Non è un anno qualsiasi questo per l’Onu: il 2015 segna la boa dei 70 anni dell’organizzazione, il cui statuto è entrato in vigore il 24 ottobre 1945. Non ci sarà troppo tempo per le celebrazioni, però. Le questioni sul tavolo sono tante e urgenti e, nonostante il fatto che i lavori durino a lungo – sono iniziati il 15 settembre e si concluderanno il 14 dicembre – il calendario degli incontri è scandito da un ritmo piuttosto serrato.

LA QUESTIONE DELLE MIGRAZIONI. In agenda è entrato di prepotenza naturalmente anche il tema dell’emergenza immigrazione. A chiedere e ottenere che entrasse nel (lunghissimo) ordine del giorno dei lavori è stata la Turchia. La questione ha il titolo “consapevolezza globale delle tragedie dei migranti irregolari nel Mediterraneo con specifica enfasi sui richiedenti asilo siriani”. Essendo stata infilata all’ultimo momento (tra il riconoscimento dello status di osservatore alla Associazione dei Paesi litoranei dell’oceano Indiano e quello alla Conferenza internazionale dei partiti politici asiatici), è finita in coda. Ma non potrà che guadagnare un ruolo di primo piano nella parte più importante dei lavori, quella del dibattito generale, che si aprirà lunedì 28 settembre per concludersi il 6 ottobre.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA. Sicuramente l’Italia – soprattutto con l’intervento del premier Matteo Renzi, in calendario il 30 – cercherà di attirare l’attenzione sull’argomento, ma altrettanto faranno diversi altri Paesi europei. L’anno scorso lo stesso Renzi aveva già lanciato un monito: “Ci presentiamo a questa assemblea – aveva detto – avendo salvato 80mila vite umane con l’operazione ‘Mare Nostrum’, perché per noi il Mediterraneo è il cuore dell’Europa e non il cimitero dei dispersi. Un’operazione che rivendichiamo ma che non può essere lasciata solo all’Italia”. Da allora l’emergenza è cresciuta ulteriormente, assumendo un carattere via via sempre più drammatico, arrivando a mettere in crisi anche pilastri dell’Unione europea come il trattato di Schengen. Reduci dal Consiglio Ue di ieri, perciò, i leader europei non potranno che portare la questione anche al Palazzo di vetro.

LA CANDIDATURA ITALIANA AL CONSIGLIO DI SICUREZZA. Ma per l’Italia sarà anche l’occasione per spingere la propria candidatura a un seggio non permanente del Consiglio di sicurezza per il biennio 2017-2018. A lanciare questa candidatura fu nel 2009 l’allora ministro degli Esteri del governo Berlusconi Franco Frattini. Le elezioni si terranno all’assemblea generale dell’anno prossimo, quindi l’appuntamento di quest’anno sarà fondamentale per mettere le basi per il successo dell’iniziativa.

I TEMI SUL TAVOLO. Ma tanti altri sono i temi sul tavolo: dalla questione della violenza legata all’estrazione e al commercio dei diamanti, alla situazione in Afghanistan, a quella palestinese, ai territori occupati dell’Azerbaigian. Ma anche l’embargo degli Usa su Cuba – tornato al centro dell’attenzione mondiale dopo la svolta nelle relazioni tra i due Paesi – alla questione di Cipro, alle Falklands. E ancora le emergenze sanitarie, come l’ebola e l’hiv. L’assemblea generale insomma sarà l’occasione per fare il punto sulle tante aree di crisi del mondo.

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