Ue, Aiccre: contro la crisi più Europa nel segno del federalismo

Ue, Aiccre: contro la crisi più Europa nel segno del federalismo

di Fabio Grandinetti

Roma, 21 set. (LaPresse) – “Abbiamo un grande passato davanti a noi”: con queste parole, il segretario generale dell’Aiccre Carla Rey esprime la volontà dell’Associazione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Aiccre) di recuperare il pensiero dei pionieri del federalismo europeo per rilanciare il processo di integrazione a partire dagli enti locali verso gli Stati Uniti d’Europa. Un legame stretto tra passato e futuro che è emerso con forza nell’evento ‘Dalle autonome comunità a misura umana agli Stati Uniti d’Europa’ organizzato dall’Aiccre oggi nell’aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari a Roma.

L’incontro, dedicato al padre fondatore dell’associazione Umberto Serafini, nel decennale della morte, ha visto la partecipazione di parlamentari italiani ed europei, amministratori locali, esponenti del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Ccre), di cui l’Aiccre costituisce la sezione italiana, e di decine di studenti delle scuole superiori. Argomenti in discussione nei dibattiti sono stati l’emergenza rifugiati, la governance europea, lo sviluppo sostenibile, la storia del Movimento federalista europeo e il ruolo che enti locali e associazioni dovranno svolgere per riavvicinare i cittadini alle istituzioni di Bruxelles.

“Non abbiamo molto tempo per rilanciare il processo di integrazione europeo e per condurlo verso gli Stati Uniti d’Europa – ha affermato Paolo Guerrieri, Pd, della Commissione politiche dell’Unione europea al Senato -. Sono necessari profondi cambiamenti perché le recenti crisi del nostro continente hanno evidenziato quanto l’approccio dominante, che definirei pragmatico – minimalista, sia profondamente inadeguato”.

“Molti degli ideali dei nostri padri fondatori sono stati traditi – ha detto l’eurodeputato Michela Giuffrida, S&D -, ma continuo a pensare che il futuro dell’Europa passi per una maggiore integrazione. Le politiche locali incidono fortemente su uno dei principi fondanti dell’Unione: la coesione sociale e territoriale”.

La stringente attualità ha inevitabilmente portato la discussione sul tema dell’emergenza rifugiati. “L’Europa sta rischiando di spaccarsi come sulla crisi della Grecia”, ha dichiarato in un video messaggio il capogruppo del gruppo S&D al Parlamento europeo Gianni Pittella, mentre secondo l’europarlamentare S&D Cecile Kyenge, anch’essa in collegamento da Bruxelles, “la risposta alla crisi dei rifugiati non può essere un ritorno al passato, ai muri e agli Stati nazionali”, quanto piuttosto una maggiore integrazione politica che passi innanzitutto dalla “piena approvazione delle misure predisposte dalla Commissione Juncker”.

Tra i tanti ospiti stranieri non è mancato qualche segno di malumore per la gestione europea dei flussi migratori. “L’Unione europea ha chiuso gli occhi di fronte all’emergenza dei profughi – ha dichiarato Walter Leiss, segretario generale della sezione austriaca del Ccre -, per poi svegliarsi qualche settimana fa. In Austria i comuni devono costruire alloggi e fronteggiare i costi dell’afflusso di rifugiati. Il governo centrale non finanzia gli enti locali. Gli Stati Uniti d’Europa rimangono un sogno”.

“Molti non capiscono perché Estonia, Lituania e Lettonia rifiutano i rifugiati – ha ammesso Toivo Riimaa, direttore Sezione estone del Cccre -, ma il motivo è da cercare nel passato: non abbiamo saputo fronteggiare i problemi nati dall’incontro di culture diverse all’inizio della storia del nostro giovane Stato indipendente. Chi non impara dal passato non ha futuro”.

Tirando le somme della giornata, Michele Picciano, presidente dell’Aiccre, ha detto: “L’Europa deve rivedere i trattati che sono stati concepiti prima della globalizzazione e includere maggiormente il sistema delle autonomie locali. I prossimi congressi dell’Aiccre e del Ccre dovranno ribadire con forza il nostro desiderio di politiche europeiste e federaliste. Noi siamo e saremo sempre più un punto di riferimento nel mondo dell’associazionismo degli enti locali in Italia e in Europa. Ci auguriamo di intensificare il rapporto con il Parlamento europeo e con le commissioni competenti. Vogliamo andare oltre il Manifesto di Ventotene e portare avanti il pensiero dei nostri padri fondatori”.

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