Ankara (Turchia), 3 set. (LaPresse/Reuters) – Anche il fratellino e la mamma del bimbo siriano portato ieri a riva senza vita su una spiaggia turca sono morti, mentre il padre è sopravvissuto. La famiglia in fuga dalla città di Kobani aveva lasciato le coste della Turchia per raggiungere l’isola greca di Kos, entrando in Europa per poi proseguire verso il Canada dove intendeva raggiungere dei parenti. Proprio una di questi, la sorella dell’uomo sopravvissuto Teema Kurdi che vive a Vancouver, ha raccontato la loro storia al giornale canadese National Post. Il bambino morto, la cui immagine è diventata simbolo della grave crisi in corso, si chiamava Aylan Kurdi e aveva 3 anni. Il fratello Galip aveva 5 anni e la madre Rehan 35.
Tutti sono morti quando la barca su cui viaggiavano si è capovolta navigando verso Kos. In due naufragi contemporanei ieri sono molti almeno 12 rifugiati siriani, su un totale di 23 persone, secondo le autorità turche. Il padre Abdullah è invece stato trovato semicosciente e portato in un ospedale vicino a Bodrum, secondo la testata turca Sabah. La famiglia aveva fatto una richiesta di asilo con sponsor privato alle autorità canadesi.
“Stavo tentando di fare loro da sponsor e amici e vicini di casa mi hanno aiutata con i depositi bancari, ma non siamo riusciti a portarli fuori, per questo sono saliti su quella barca”, ha raccontato Teema. “Pagavo loro l’affitto in Turchia, ma il modo in cui là trattano i siriani è terribile”, ha spiegato. Kobani, la città di origine della famiglia, è stata uno dei teatri dei più pesanti combattimenti tra lo Stato islamico e le forze curde.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse
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