Londra (Regno Unito), 1 ago. (LaPresse) – La matrigna di Osama bin Laden, la sorella e il marito di quest’ultimo sono morti nello schianto di un jet privato nel sud del Regno Unito, partito dall’aeroporto di Malpensa. Il piccolo aereo, un Embraer Phenom 300, è precipitato e si è incendiato ieri mentre si avvicinava alla pista di atterraggio del Blackbushe Airport, nell’Hampshire. Il jet, di proprietà di una compagnia della famiglia, trasportava quattro persone.

Sono tutte morte: i parenti del leader di al-Qaeda, che fu ucciso nel 2011 in un raid delle forze Usa in Pakistan, e il pilota che sarebbe stato di nazionalità giordana. Nessuna vittima a terra, nonostante lo schianto sia avvenuto su un parcheggio e decine di auto siano state distrutte o danneggiate. Testimoni sul posto hanno raccontato di avere visto “una palla di fuoco” e “diverse esplosioni”.

Sui fatti indagano le autorità britanniche, mentre nella notte la polizia aveva escluso un atto terroristico. Alcuni piloti dello scalo britannico però, citati dal Guardian, sollevano dubbi: il velivolo era all’avanguardia, equipaggiato con moderni ed efficienti sistemi che rendono facile pilotarlo, ed era inoltre solito atterrare nello scalo. Inoltre, le condizioni erano ottimali sulla pista, anch’essa dotata di indicatori di precisione per facilitare gli arrivi. “Non ha senso”, ha dichiarato il pilota e istruttore di volo Simon Moores alla testata britannica, che “un mezzo così avanzato e semplice da condurre si sia messo in pericolo alla fine di una pista così lunga”.

Secondo la tv saudita al-Arabiya i tre passeggeri che hanno perso la vita sono Sana Mohamed bin Laden, sorella del leader del gruppo terroristico, il marito Zuhair Hashem, la madre della donna e matrigna di Osama, Raja Hashem. La notizia della presenza di membri della famiglia del leader terrorista è emersa ieri, alcune ore dopo l’incidente del bimotore capace di trasportare nove persone. Il Daily Mail aveva infatti riportato per primo che il velivolo era di proprietà della compagnia aerea Salem Aviation di Gedda. Quest’ultima appartiene alla numerosa e ramificata famiglia saudita.

L’ambasciatore di Riyad a Londra ha porto le condoglianze alla famiglia, sottolineando che la missione diplomatica sta lavorando con le autorità britanniche per indagare sull’incidente e per riportare al più presto le salme nel regno in vista della loro sepoltura. “Sua altezza reale (e ambasciatore saudita, ndr), principe Mohammed bin Nawaf al-Saud, ha porto le sue condoglianze alla famiglia e ai parenti di Muhammed bin Laden, all’aeroporto Blackbushe del Regno Unito, per la grave perdita che hanno sofferto a seguito dello schianto dell’aereo che trasportava la famiglia”, si legge in una dichiarazione ripresa da Bbc.

La famiglia bin Laden è tra le più note dinastie dell’imprenditoria saudita. Osama bin Laden, fondatore di al-Qaeda che rivendicò gli attentati dell’11 settembre 2001, fu ucciso dalle forze speciali americane nel 2011, in un raid nel suo nascondiglio ad Abbottabad. La sua famiglia lo rinnegò nel 1994, quando l’Arabia Saudita gli revocò la cittadinanza per le sue attività terroristiche.

Il suo clan è già stato colpito in passato da incidenti aerei. Il padre Muhammad bin Awad bin Laden, nato in Yemen e poi trasferitosi in Arabia Saudita dove fondò la compagnia di costruzioni Binladen Group, morì nel 1967 quando un aereo della sua compagnia si schiantò durante un atterraggio nel regno. Stesso destino per uno degli oltre 50 fratelli di Osama, Salem bin Mohammed bin Awad bin Laden. Nato nel 1946, primo figlio di Muhammad, morì nel 1988 in Texas quando il velivolo che stava pilotando toccò le linee dell’alta tensione e precipitò.

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