Vienna (Austria), 14 lug. (LaPresse/Reuters) – L’Iran e i Paesi del 5+1 hanno raggiunto lo storico accordo sul programma nucleare di Teheran.

Di seguito si ripercorrono le tappe che hanno portato a questo risultato.

Le tensioni sul nucleare tra Iran e Occidente cominciano nel 2002, quando un gruppo di esuli iraniani rivela che nel Paese esistono impianti nucleari non dichiarati. L’indiscrezione è presto confermata dall’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), che precisa che le strutture non dichiarate sono due: un impianto di arricchimento dell’uranio a Natanz e un impianto per la produzione di acqua pesante ad Arak. Installazioni che l’Iran sostiene però siano usate esclusivamente per scopi pacifici e non militari, come accusano invece le agenzie di intelligence occidentali, convinte dell’esistenza di un programma nucleare a scopi non pacifici reso probabilmente inattivo dal 2003.

– Nel 2003 Regno Unito, Francia e Germania riescono a raggiungere un accordo con l’Iran per sospendere il programma di arricchimento dell’uranio, in cambio di incentivi economici e politici. Quell’accordo però, al quale si oppongono gli Stati Uniti, salta nel 2005.

– L’anno successivo, nel 2006, gli Usa decidono di allentare l’opposizione e di unirsi alle tre potenze europee, più Russia e Cina, in quello che da allora è chiamato il gruppo dei Paesi 5+1, composto dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Usa, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) più la Germania. È l’anno in cui tuttavia il Consiglio di sicurezza Onu inizia a imporre sanzioni all’Iran, visto il rifiuto di sospendere l’arricchimento dell’uranio e gli aspetti più sensibili del programma nucleare. A queste prime sanzioni, seguirono altre imposte sempre da Onu e poi da Usa e Ue.

– Il gruppo dei Paesi 5+1 avanza dal 2006 diverse proposte, ma la situazione resta in stallo fino all’elezione di Hassan Rohani alla presidenza dell’Iran nell’agosto del 2013. È la svolta: a novembre dello stesso anno Teheran e i 5+1 raggiungono un accordo ad interim che prevede l’alleggerimento delle sanzioni economiche imposte a Teheran, in cambio di alcuni controlli periodici sulle attività nucleari più delicate. L’intesa ad interim è una strategia per guadagnare tempo, rimandando di un po’ il raggiungimento di un accordo definitivo.

Il 2 aprile 2015 l’Iran e i sei Paesi raggiungono a Losanna l’accordo quadro definitivo. Quell’accordo arriva dopo diversi rinvii: inizialmente la scadenza era stata fissata per luglio 2014 e poi era slittata a novembre 2014. Nell’intesa quadro di Losanna, le parti si impegnano inoltre a firmare un accordo definitivo dettagliato entro il 30 giugno. Anche in questo caso ci sono stati diversi rinvii: una prima volta a venerdì 10 luglio e una seconda volta a ieri, 13 luglio. L’accordo è arrivato invece nelle prime ore del 14 luglio 2014 ed è stato annunciato ufficialmente a Vienna dall’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini e dal ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata