Asuncion (Paraguay), 12 lug. (LaPresse) – Nell’ultimo giorno del suo viaggio in Paraguay e in America Latina, il Pontefice Francesco ha celebrato ad Asunción, davanti a sterminata una folla.”Potremmo concentrarci sulle parole pane, denaro, borsa, bastone, sandali, tunica.- ha detto il Papa – E sarebbe legittimo. Ma mi sembra che ci sia una parola-chiave, che potrebbe passare inosservata”. “Una parola centrale nella spiritualità cristiana, nell’esperienza di discepolato: ospitalità. Gesù, come buon maestro, pedagogo, li invia a vivere l’ospitalità. Dice loro: ‘Rimanete dove vi accoglieranno’. Li manda ad imparare una delle caratteristiche fondamentali della comunità credente. Potremmo dire che il cristiano è colui che ha imparato ad ospitare, che ha imparato ad accogliere“.

La giornata di Papa Francesco in Paraguay è iniziata con la visita a Bañado Norte, popolosissima e povera periferia di Asuncion dove la Chiesa, in particolare i gesuiti, hanno attivato diversi progetti di assistenza. Entusiasta l’accoglienza al Pontefice di un quartiere che per l’occasione, come riportato da radio Vaticana, si è vestito a festa, con poster con disegni e messaggi di bambini lungo la strada e parecchie case riverniciate per l’occasione.

Il pasto con i locali e le parole agli abitanti: “La fede ci rende prossimi”. Due donne hanno ospitato il Papa nelle loro case, dove gli è stato offerto un pasto di benvenuto con piatti tipici paraguayani. Successivamente, il Pontefice si è recato nella cappella di San Giovanni Battista, affacciata su un campo sportivo in terra, in grado di accogliere oltre 2mila persone. “La fede ci rende prossimi, ci fa prossimi della vita degli altri – ha detto il Papa – Dopo la nascita di Gesù si avvicinarono dei pastori, si fecero prossimi” e diventarono subito la famiglia di Maria e Giuseppe”. Questo, ha spiegato, “è ciò che accade quando Gesù appare nella nostra vita. Questo è ciò che la fede suscita”, ha osservato Bergoglio, spiegando che “la fede suscita il nostro impegno, la nostra solidarietà. La nascita di Gesù risveglia la nostra vita”. Papa Francesco ha poi aggiunto di voler essere come i pastori dopo la nascita di Gesù: “Voglio farmi prossimo, voglio benedire la vostra fede, le vostre mani, la vostra comunità. Sono venuto a rendere grazie con voi, perché la fede si è fatta speranza ed è speranza che stimola l’amore. La fede che Gesù suscita è una fede con la capacità di sognare il futuro e di lottare per esso nel presente”.

Mezzo milione di persone alla Messa del Papa, che poi lascerà il Paese. Sono circa mezzo milione le persone al parco di Nu Guasu, ad Asuncion, per la messa celebrata da Papa Francesco. Circa 150mila persone sono arrivate al parco nella capitale del Paraguay già ieri, per trovare un buon posto da cui vedere e ascoltare il Pontefice, che lascerà oggi il Paese. Secondo le autorità locali, circa mezzo milione di persone assisterà alla Messa, con la sicurezza assicurata da circa 3mila poliziotti già schierati. All’evento parteciperà buona parte della classe politica del Paraguay; è previsto anche l’arrivo della presidente argentina Cristina Fernandez. Nella cerimonia, che include l’Angelus, Francesco parlerà su una piattaforma che mette in evidenza ‘l’altare di mais‘, una pala d’altare composta da circa 32mila pannocchie e centinaia di migliaia di semi, e fiancheggiata da due immagini di Sant’Ignazio e San Francesco.

La pala d’altare “di mais” nel parco di Nu Guasu. La struttura, alta oltre 25 metri e larga 14, è stata realizzata l’opera dell’artista paraguayano Koki Ruiz per rendere omaggio alla cultura Guarani ed è stato portata in tre camion due settimane fa dal piccolo paese di San Ignacio, nel dipartimento di Misiones, dove è stato costruita. La celebrazione nel parco di Nu Guasu è uno degli ultimi appuntamenti di Francesco in Paraguay, terza tappa del suo viaggio sudamericano dopon Ecuador e Bolivia. Prima di lasciare il Paese, Bergoglio incontrerà migliaia di giovani sulla Costanera, la passeggiata lungo il fiume di Asuncion. Francesco è il secondo Papa a visitare il Paraguay, dopo Giovanni Paolo II che vi si recò nel 1988.

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