Washington (Stati Uniti), 3 giu. (LaPresse) – Con 67 sì e 32 no al Senato di Washington, il Freedom Act, che prevede meno controlli sulle email e sui cellulari degli americani, è diventato legge degli Stati Uniti. Firmato nella notte dal presidente Barack Obama, il testo segna “una svolta culturale per la nazione, a 14 anni dagli attacchi dell’11 settembre”, ha scritto oggi il New York Times. Durante un periodo di transizione di sei mesi le autorità americane potranno continuare a raccogliere i ‘metadati’ delle telefonate, cioé informazioni su durata e utenze. Allo scadere di questo semestre, le autorità governative dovranno chiedere un mandato giudiziario prima di poter acquisire queste informazioni.

Rispetto alla raccolta indiscriminata di informazioni avvenuta finora, il Freedom Act prevede che il governo statunitense possa acquisire fino a “due blocchi” di metadati telefonici, ma solo nel caso in cui possa provare di avere “ragionevoli” sospetti sul legame tra l’indagato e un’organizzazione terroristica. La norma prevede inoltre che governo e aziende telefoniche preparino dei rapporti, talvolta pubblici, da inviare alle agenzie create dal Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), la legge del 1978 che regolamenta le procedure per sorvegliare le persone sospettate di spionaggio e terrorismo.

Il Freedom Act cerca di rispondere anche alle richieste di maggiore trasparenza legale, avazante da attivisti e organizzazioni non governative. In particolare, specifiche misure toccano il ‘Tribunale Fisa’, cioé la corte che valuta le richieste di Fbi e altri organi di polizia. Gli undici giudici Fisa, che si riuniscono all’interno del dipartimento della Giustizia Usa, dovrannno pubblicare sentenze e opinioni che hanno un impatto sull’interpretazione giurisprudenziale. Nel caso in cui non fosse possibile declassificare le informazioni, i magistrati dovranno fornire una sintesi delle loro decisioni. Il Freedom Act, infine, aumenta da 15 a 20 anni la pena massima per i colpevoli di “sostegno materiale al terrorismo”.

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