Rangoon (Birmania), 29 mag. (LaPresse/Reuters) – La Birmania ha diffuso i risultati del suo primo censimento nazionale in trent’anni, una rilevazione che esclude la minoranza musulmana Rohingya. La gran parte dell’1,1 milione di Rohingya è apolide e vive in condizioni di tipo apartheid nello Stato occidenale di Rakhine. Quasi 140mila persone appartenenti alla minoranza vivono come sfollate, dopo essere fuggite a causa dei violenti scontri de 2012 con la maggioranza buddista nello Stato. I Rohingya sono anche al centro della crisi dei migranti nei mari del Sudest Asiatico, perché in migliaia sono alla deriva su barconi abbandonati dagli scafisti tra il golfo del Bengala e il mare delle Andamane. La Birmania nega di esserne responsabile. La questione è stata al centro del vertice dell’Associzione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean), oggi a Bangkok. Intanto, la Birmania ha fatto sapere che la sua marina ha intercettato un barcone con 727 migranti al largo della sua costa e di aver portato le persone su una base in un’isola, per verificarne l’identità.

Le autorità birmane avevano promesso ai partner internazionali che i Rohingya sarebbero stati liberi di identificarsi nel censimento, condotto tra marzo e aprile 2014, ma un giorno prima dell’avvio della rilevazione fecero marcia indietro. “Nello Stato settentrionale di Rakhine, un segmento consistente di popolazione è stato escluso dal censimento”, ha dichiarato Vijay Nambiar, consigliere speciale del segretariato generale Onu sulla Birmania. Secondo il censimento, la popolazione della Birmania è di 51,4 milioni di persone, 9 meno della rilevazione precedente. Il dato include una stima di popolazione Rohingya nello Stato Rakhine. Il tasso di alfabetizzazione è di quasi il 90%, mentre solo un terzo delle abitazioni ha la luce elettrica. Il tasso di mortalità è di 62 su 100mila bambini nati vivi, mentre l’aspettativa di vita di 66,8 anni.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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