Londra (Regno Unito), 27 mag. (LaPresse/PA) – Un cold case molto in là con gli anni. Gli studiosi potrebbero aver individuato il primo omicidio della storia umana, un caso risalente a 430mila anni fa. Grazie a tecniche forensi, un team di scienziati spagnoli e statunitensi, guidato da Nohemi Sala, hanno ricostruito i fatti relativi alla morte di una persona uccisa probabilmente con due colpi alla testa, prima di essere gettata in un pozzo.

I fatti sono avvenuti a Sima de los Huesos, nelle montagne di Atapuerca, nel nord della Spagna, dove gli studiosi hanno rimesso insieme 52 frammenti di un teschio quasi completo. Il team ha scoperto due fori vicini nel cranio, sopra l’occhio sinistro, causati da due impatti separati con lo stesso oggetto che ha seguito traiettorie di poco differenti. Le ferite sarebbero state inflitte prima della morte e non sono congruenti con la caduta verticale per 13 metri, nella grotta.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista online Public Library of Science ONE. “Il tipo di ferite, la loro posizione, la forte somiglianza delle fratture in quanto a forma e dimensioni, e i diversi orientamenti e traiettorie delle fratture – spiegano gli studiosi – suggeriscono che siano state prodotte dallo stesso oggetto in uno scontro interpersonale faccia a faccia. Visto che entrambi gli eventi traumatici potrebbero essere stati letali, la presenza di più colpi implica la volontà di uccidere”.

I ricercatori aggiungono: “Si tratta del primo chiaro caso di aggressione deliberata, letale e interpersonale (individuata, ndr) in un reperto fossile ominide, a dimostrazione del fatto che si tratta di un antico comportamento umano”. Il teschio, noto come Cranio 17, forma parte dei resti scheletrici di almeno 28 individui datati circa 430mila anni, trovati in una stanza al fondo del pozzo. Secondo gli studiosi i corpi vennero depositati lì dopo la morte.

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