Camp David (Maryland, Usa), 14 mag. (LaPresse/Reuters) – Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tentato di rassicurare l’Arabia Saudita e gli alleati del Golfo Persico sull’impegno di Washington per la loro sicurezza, cercando di placare la loro preoccupazione legata ai negoziati sul nucleare con l’Iran. Obama, ospitando i leader delle sei nazioni del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar) in un raro summit nella residenza di Camp David, ha dovuto affrontare la difficile sfida di rassicurarli. Temono infatti che la possibile cancellazione delle sanzioni all’Iran rafforzi il Paese, che potrebbe così destabilizzare ulteriormente la regione.

“Diciamo molto chiaramente davanti al mondo intero che siamo impegnati per la difesa di questi Paesi”, ha dichiarato il vice consigliere per la Sicurezza nazionale, Ben Rhodes, parlando ai giornalisti. Nei colloqui sono emerse divergenze non solo nelle politiche con l’Iran, ma anche sulla guerra civile in Siria e sulle rivolte della Primavera araba. Il vertice era già ‘zoppo’ per l’assenza di re dei Paesi del Golfo, che hanno mandato a rappresentarli funzionari di rango minore. Il re saudita Salman non era presente, al suo posto c’erano il principe ereditario Mohammed bin Nayef e il suo vice Mohammed bin Salman.

Assenza da più parti interpretata come un affronto che riflette la frustrazione del Golfo nei confronti dell’amministrazione Obama. Funzionari della Casa Bianca hanno riferito che a conclusione del summit non ci sarà alcun trattato formale sulla difesa, come alcuni leader arabi del Golfo avevano sperato, e che il summit produrrà invece annunci su integrazione di sistemi di difesa antimissile, consegne di armi e aumento di esercitazioni militari.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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