Londra (Regno Unito), 6 mag. (LaPresse) – L’esito delle elezioni britanniche è incerto fino all’ultimo, con conservatori e laburisti testa a testa nei sondaggi. Ma la vera novità dalle urne potrebbe essere quella da Nicola Sturgeon, leader dello Scottish National Party e first minister della Scozia, prima donna a ricoprire entrambi i ruoli. La sua formazione è data al 5% a livello nazionale, ma potrebbe conquistare tutti i seggi in palio in Scozia, azzerando nei fatti i laburisti in questa parte del Regno Unito che finora è stata una loro roccaforte. Eppure proprio ai labour Sturgeon ha teso la mano in vista di una possibile alleanza, un’ipotesi finora respinta da Ed Miliband, ma che potrebbe diventare realtà.
L’ASCESA POLITICA. Classe 1970, nata a Irvine, Nicola Sturgeon è la quinta persona a occupare il ruolo di ‘first minister’ scozzese, dopo essere stata vice del suo precedessore Alex Salmond dal 2007 al 2014. Laureatasi in giurisprudenza all’università di Glasgow, ha lavorato alcuni anni come avvocato. È entrata per la prima volta come eletta al Parlamento scozzese nel 1999 ed è quindi divenuta ministro ombra dell’Snp per l’Educazione, la Sanità e la Giustizia. Dopo la sconfitta del referendum per l’indipendenza della Scozia nel settembre 2014, l’allora leader dell’Snp, Alex Salmond, annunciò le sue dimissioni dalla leadership e, in un secondo momento, dall’incarico di first minister. Ed è stato così che a novembre scorso l’avvocata dal caschetto biondo è salita ai posti di potere, prima scelta come guida del partito, poi eletta dal Parlamento scozzese. E’ sposata dal 2010 con Peter Murrell, uno delle principali figure dell’Snp.
VERSO LA CONQUISTA DELLA SCOZIA. Le elezioni di domani potrebbero essere un buon banco di prova per il partito e la sua leader. Secondo un sondaggio diffuso a fine aprile, il sostegno per l’Snp in Scozia è salito al 54%, dal 52% registrato a gennaio. Secondo una previsione del sito web Electoral Calculus, l’Snp potrebbe addirittura vincere tutti i 59 seggi scozzesi.
LA FIDUCIA CONQUISTATA. Nonostante la sconfitta al referendum, costata la leadership a Salmond, la popolarità del partito scozzese è salita. La figura di Sturgeon ha aiutato l’ascesa. La sua campagna elettorale si è concentrata principalmente sull’attenzione alle politiche sociali e ai giovani. E si è svolta molto per strada, con incontri tra la gente. L’ultimo oggi, a Edimburgo, dove sono stati in molti a scattarsi selfie con lei. “Il migliore investimento che possiamo fare per il futuro della Scozia – ha affermato – è quello sui giovani. E come first minister sono impegnata a fare tutto il possibile per sostenerli e dare loro maggiore potere”. Tra le proposte anche quella di abbassare l’età degli avanti diritto di voto a 16 anni. Quindi proprio oggi ha lanciato un messaggio agli altri partiti, affinché non si chiudano in se stessi. “Venerdì mattina – ha detto – quali che siano i risultati, tutti noi politici avremo il dovere di rispettare quell’esito. Se i votanti del Regno Unito decideranno di non dare a Ed Miliband o David Cameron una maggioranza, allora staranno dicendo che vogliono che i partiti lavorino insieme. L’Snp è pronto a lavorare con chi vuol vedere i conservatori esclusi dal mandato”.
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