Panama (Panama), 11 apr. (LaPresse/EFE) – Mentre si attende il loro storico faccia a faccia, Barack Obama e Raul Castro accorciano ancora la distanza tra i loro Paesi. Il presidente statunitense e quello cubano, protagonisti del disgelo iniziato a dicembre, sono intervenuti alla prima sessione plenaria del Summit delle Americhe in corso a Panama. Per Cuba è la prima volta al vertice, da cui era stata ‘tenuta fuori’ nonostante le proteste dei Paesi ‘amici’ centro- e sudamericani. Sarà anche la prima volta di un incontro tra i leader delle due potenze, dopo che Castro e Obama poco prima dell’inaugurazione del summit si sono incontrati brevemente e si sono stretti la mano. Un gesto dalla potente componente simbolica.
CASTRO: OBAMA E’ ONESTO, IL PASSATO NON E’ COLPA SUA. Secondo Castro il presidente americano è “onesto”, non ha responsabilità per le politiche attuate nei confronti di Cuba dai “dieci presidenti” che lo hanno preceduto. “Era tempo che io parlassi qui”, ha sottolineato Castro, scherzando sul “grande sforzo” fatto per limitare il discorso agli otto minuti consentiti dal protocollo: “Siccome ci sono sei summit da cui siamo stati esclusi, sei per otto fa 48” minuti di intervento, ha detto. Per lui ovazione nella sala dove erano riuniti i leader dei 35 Paesi americani. Castro ha sottolineato come un “passo positivo” la decisione di Obama di eliminare Cuba dalla lista delle nazioni che patrocinano il terrorismo, “in cui non sarebbe mai dovuta essere”. Ha poi affermato che l’Avana è aperta a “dialogo rispettoso e una convivenza civile” con gli Usa, pur “all’interno delle nostre profonde differenze”. Ha dato una prova delle divergenze ribadendo il sostegno “risoluto e reale” dell’isola al Venezuela, che secondo Castro “non è, e non può essere, una minaccia per la sicurezza nazionale di una superpotenza come gli Stati Uniti”.
OBAMA: LA GUERRA FREDDA E’ FINITA, GUARDIAMO AL FUTURO. Il presidente americano, facendo riferimento alla richiesta al Congresso perché sospenda l’embargo a Cuba, ha sottolineato che il suo Paese “guarda al futuro” e “non resterà prigioniero del passato”. Un “momento storico”, per Obama, il summit in cui discutere del disgelo in corso. Anche Obama ha affermato, come Castro, che se il dialogo bilaterale continuerà ci saranno progressi nonostante “le differenze”. Nel parlare della svolta in divenire, il presidente americano ha voluto precisare di non essere “interessato a dispute francamente iniziate prima che io nascessi”, mentre l’obiettivo è piuttosto “risolvere problemi”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata