Roma, 1 apr. (LaPresse) – Gli aiuti promessi alla Siria nel corso della conferenza dei donatori che si è tenuta ieri in Kuwait sono ancora troppo pochi. È la denuncia di Oxfam, secondo cui la cifra stabilita per far fronte alla crisi (un totale di 3,8 miliardi di dollari) rappresenta meno della metà di quanto le organizzazioni umanitarie avrebbero bisogno per dare soccorso ai 18 milioni di siriani che necessitano di urgente assistenza. “Sebbene alcuni Paesi si siano mostrati generosi in Kuwait, gli aiuti promessi non raggiungono nemmeno la metà di quanto serve”, spiega Riccardo Sansone, responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia. “Se la maggioranza degli Stati non intensificherà gli sforzi nel post Conferenza – aggiunge – sarà sempre più difficile offrire un aiuto adeguato al crescente numero di profughi siriani. Diciotto milioni di siriani hanno bisogno di aiuti immediati. La comunità internazionale come si aspetta che possano andare avanti? Così – conclude – rischiamo di abbandonare quasi quattro milioni di rifugiati che hanno trovato riparo nei Paesi limitrofi e tutti i civili rimasti intrappolati all’interno dei confini della Siria”.

Oxfam ricorda poi che l’emergenza siriana negli ultimi quattro anni ha già causato 220mila vittime, 11,4 milioni di profughi, con 7,6 milioni di sfollati interni, di cui la metà bambini. Un dramma che sta avendo conseguenze catastrofiche per la popolazione siriana: 6,3 milioni di persone hanno enormi difficoltà di accesso al cibo, a causa della crescita esponenziale dei prezzi dei generi alimentari; secondo le stime dell’Onu, inoltre, 4,8 milioni di persone non hanno accesso agli aiuti umanitari. In questo quadro, sottolinea l’organizzazione, l’aspettativa di vita è scesa di 13 anni dall’inizio della guerra.

“Alcuni Stati, come Kuwait, Danimarca e Germania – prosegue ancora Sansone – hanno indicato la strada da seguire, promettendo la loro giusta quota di aiuti. Ora però devono fare pressione sugli altri donatori, che sono ancora ben al di sotto delle rispettive possibilità economiche. L’Italia ad esempio ha stanziato circa 18 milioni di euro, ma può fare di più. Dopo i tagli all’assistenza umanitaria, che stanno già avendo ripercussioni sulla popolazione, è essenziale che le promesse diventino rapidamente aiuti concreti”.

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