Ginevra (Svizzera), 13 mar. (LaPresse/EFE) – “I leader mondiali devono mettere da parte le divergenze e sfruttare la propria influenza per ottenere un cambiamento significativo in Siria”. È quanto si legge in una dichiarazione firmata dai dirigenti di sei agenzie delle Nazioni unite: Ufficio per gli affari umanitari (Ocha), Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Programma mondiale alimentare (Wfp), Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr), Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa) e Fondo per l’infanzia (Unicef). Il cambiamento, si legge nel comunicato, potrebbe essere ottenuto tramite pressioni sulle parti del conflitto affinché cessino gli attacchi indiscriminati contro i civili e mettano fine agli assedi delle città in cui oltre 212mila persone sono intrappolate da diversi mesi.

Inoltre, le parti del conflitto dovrebbero permettere la distribuzione di farmaci e materiali sanitari di base, mettere fine alle punizioni collettive con l’interruzione delle forniture di acqua ed elettricità ed evitare il collasso completo del sistema scolastico in Siria. Il costo umano di questo conflitto, affermano i firmatari, è inammissibile, e la guerra continua perché “la comunità internazionale non è riuscita a fermarla”. Oltre 200mila persone sono morte nel conflitto, iniziato quasi quattro anni fa, e più di 12,2 milioni di siriani nel Paese hanno bisogno di aiuti per sopravvivere.

Altri 3,9 milioni di persone sono fuggite e vivono come profughi nei Paesi vicini. “La credibilità della comunità internazionale è a rischio”, conclude la nota, firmata anche da Zainab Hawa Bangura, rappresentante speciale dell’Onu per le violenze sessuali nelle zone di guerra, e da Leila Zerrougui, rappresentante speciale dell’Onu per i bambini nei conflitti armati.

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