Ginevra (Svizzera), 30 gen. (LaPresse/Reuters) – È probabile che l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale continuerà nel 2015 perché le comunità locali non si fidano delle organizzazioni umanitarie, soprattutto in Guinea. Lo ha detto Birte Hald, a capo dell’unità di coordinamento e supporto per l’Ebola della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa. “Penso – ha affermato – che ci potremo considerare fortunati e felici se riusciremo a fermarla (l’epidemia, ndr) nel 2015”. “Vediamo inoltre – ha riferito Hald – che in posti come la Sierra Leone e soprattutto la Guinea il virus sta divampando in nuovi distretti tutto il tempo, con nuove piccole catene di trasmissione, il che vuol dire che non è sotto controllo e che potrebbe diffondersi di nuovo su vasta scala”.

Non tutti i nuovi casi di infezione, ha detto la rappresentante della Federazione, vengono comunicati alle autorità e la Croce rossa non ha ancora “nessun accesso” ad alcune comunità in Guinea. “Ci sono ancora delle comunità – ha raccontato Hald – che pensano ad esempio che l’Ebola si diffonde quando si spruzza del cloro e si disinfettano le case, e sono i team della Croce rossa che arrivano con il cloro, quindi la gente fa questo collegamento”. Per evitare tensioni, prima di recarsi in villaggi l’ong vi invia poliziotti e funzionari locali per preparare gli abitanti all’arrivo degli operatori sanitari. Hald ha avvertito che se le ong non avranno un pieno accesso a tutto il territorio della Guinea, allora ci sarà il rischio che l’epidemia continui.

Nella settimana terminata il 25 gennaio sono stati registrati 99 nuovi casi della malattia, il numero più basso da giugno scorso. L’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito tuttavia che basta anche un solo caso di sepoltura senza le necessarie precauzioni perché si possa creare una nuova catena di trasmissione del virus. Nell’epidemia sono morte finora 8.810 persone, delle almeno 22.092 rimaste contagiate.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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