Varsavia (Polonia), 1 dic. (LaPresse/AP) – Donald Tusk si insedia oggi come presidente del Consiglio europeo. L’inizio della cerimonia è previsto a breve. Tusk, che è stato il primo ministro democratico della Polonia con l’incarico più lungo, si è dimesso a settembre dopo sette anni proprio in vista dell’incarico europeo. Da oggi sarà lui a guidare i summit dell’Unione europea e a condurre le mediazioni dietro le quinte per il raggiungimento di accordi tra gli Stati membri. Succederà al belga Herman Van Rompuy, che ha ricoperto il ruolo dal 2009, e sarà il primo presidente del Consiglio Ue proveniente da un Paese dell’ex blocco comunista. Dal primo luglio al 31 dicembre 2011 il suo governo ha ottenuto per la prima volta la presidenza di turno dell’Unione europea, in cui la Polonia era entrata nel 2004. Di seguito un profilo di Tusk e una panoramica delle sfide che dovrà affrontare e dei suoi punti di forza.
CHI È TUSK. Nato in Polonia a Danzica Tusk, 57 anni, parla la lingua casciuba di derivazione slava. È uno storico con particolari interessi per il maresciallo Jozef Pilsudski, leader polacco del periodo post prima guerra mondiale. Attivista del movimento Solidarnosc è entrato in politica dopo la caduta del comunismo nel 1989. Ha cofondato il partito pro Ue Piattaforma civica nel 2001 ed è stato primo ministro della Polonia dal 2007 al 2014. La sua nomina a presidente del Consiglio europeo lo ha portato ad anticipare di un anno il termine del suo secondo mandato da premier. È considerato il protagonista della ripresa economica della Polonia, stretto alleato della cancelliera tedesca Angela Merkel. La Polonia è infatti riuscita a non piegarsi alla crisi, divenendo insieme alla Germania l’unico Paese comunitario a crescere con una politica improntata al libero mercato.
TUSK E L’INGLESE. Il giorno della sua nomina in Ue Tusk annunciò: “Metterò a lucido il mio inglese”, e poi continuò il discorso in polacco. In un’intervista rilasciata sabato all’emittente polacca TVN24 ha detto in inglese fluente ma non impeccabile: “Sono ottimista. Forse tutto ciò di cui l’Europa ha bisogno oggi è energia, ottimismo, impegno, fede. E questa è la mia specialità”. Nel tempo libero ama fare jogging e giocare a calcio. Gli piace sentirsi parlare: un suo comizio del 2007 durò circa tre ore.
LE SFIDE DA AFFRONTARE. I 18 Paesi membri della zona euro stanno combattendo per riemergere dalla crisi, mentre il Regno Unito minaccia di uscire dall’Ue a causa delle regolamentazioni sull’immigrazione che Londra ritiene danneggino l’economia britannica. In Europa manca anche unità sulla politica nei confronti della Russia, che è accusata di aggressione verso la vicina Ucraina.
I PUNTI DI FORZA. Tusk ha grande desiderio e talento per la leadership e non si tira indietro dall’assumersi rischi né dal portare avanti riforme poco amate, che ha abilmente presentato come necessarie o utili a lungo termine. Tenace stratega, sa parlare con eloquenza e in modo convincente di questioni che infiammano l’opinione pubblica. In modo abile ha evidenziato i suoi successi nazionali, come la crescita economica della Polonia durante il calo globale. Questa strategia gli ha garantito la rielezione nel 2011.
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