Berna (Svizzera), 30 nov. (LaPresse/AP) – Svizzera oggi al voto per un referendum mirato a decidere su tre questioni: se proteggere le ricchezze del Paese investendo nell’oro, se limitare drasticamente l’immigrazione e se porre fine agli speciali privilegi fiscali per i ricchi stranieri nel Paese. Secondo le proiezioni diffuse dall’istituto gfs.bern, gli elettori hanno respinto tutti e tre i quesiti. Le proiezioni sono basate sui dati forniti da alcuni distretti elettorali selezionati e sono di solito vicini al risultato finale. L’esito definitivo è atteso per oggi.

I sostenitori del referendum sull’oro ritengono che un quinto delle riserve della Banca centrale svizzera entro cinque anni dovrebbero essere costituite da oro, il che significherebbe acquistare circa 1.500 tonnellate di oro per un valore di oltre 60 miliardi di dollari e mantenerle in Svizzera senza venderne alcuna parte. L’acquisto di questa grande quantità di oro determinerebbe un aumento del prezzo del metallo prezioso sul mercato. I sondaggi pre elettorali di questo mese prevedevano la bocciatura delle proposte.

Precisamente, stando alle proiezioni, la proposta sull’oro è stata bocciata dal 78% degli elettori e sostenuta dal 22%, l’iniziativa ‘Ecopop’ per limitare l’immigrazione è stata bocciata dal 74% e sostenuta dal 26% e il quesito sull’abolizione degli sconti fiscali per i ricchi stranieri in Svizzera è stata respinta dal 60% e approvata dal 40%. La misura relativa all’immigrazione propone di ridurla allo 0,2% della popolazione della Svizzera, pari a circa 16mila immigrati all’anno per un Paese di otto milioni di abitanti; attualmente l’immigrazione nel Paese si stima in circa 80mila migranti all’anno. L’iniziativa ‘Ecopop’ prevederebbe anche di costringere gran parte dei suoi aiuti stranieri ai programmi mirati alla riduzione della crescita della popolazione nei Paesi poveri.

Quest’anno i cittadini svizzeri avevano approvato una proposta del Partito popolare nazionalista di reintrodurre delle quote per gli immigrati. Il risultato ha provocato non pochi problemi al governo svizzero, che adesso ha bisogno di rinegoziare i suoi trattati bilaterali con l’Unione europea, di cui non è membro.

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