Manama (Bahrain), 22 nov. (LaPresse/AP) – Urne aperte in Bahrain per le elezioni parlamentari. Si tratta delle prime votazioni parlamentari complete da quando quattro anni fa nel Paese scoppiarono le proteste ispirate alle primavere arabe, tuttavia una serie di gruppi di opposizione, che include al-Wefaq, la formazione sciita più organizzata e popolare del Paese, ha chiesto un boicottaggio invitando i suoi sostenitori a non recarsi ai seggi. Sono 419 i candidati in corsa per i seggi municipali e parlamentari. I risultati iniziali delle elezioni sono attesi per domani; i candidati che non supereranno il 50% dei voti andranno al ballottaggio la prossima settimana.
Le elezioni decideranno la composizione della camera bassa del Parlamento, che ha poteri diretti limitati ma ha un significato simbolico importante come parte delle riforme politiche cominciate oltre dieci anni fa. I membri della camera superiore sono nominati da re Hamad bin Isa Al Khalifa, la cui famiglia controlla la maggior parte dei posti governativi importanti, incluso quello del primo ministro, che non viene eletto. Alcuni candidati sono stati oggetto di intimidazione, con incendi di auto e sedi elettorali.
Le elezioni vengono osservate con attenzione dai vicini del Golfo arabo e dagli Stati Uniti. Proteste di strada e altri disordini a bassa intensità continuano a verificarsi in Bahrain dopo la rivolta del 2011, che chiedeva maggiori libertà politiche nel Paese. Al-Wefaq ha ritirato i suoi 18 membri dal Parlamento nel 2011 dopo che le autorità del Bahrain appoggiate dalle forze di sicurezza degli Stati vicini hanno represso le proteste.
Per sostituire quei seggi vennero convocate delle elezioni, che aumentarono la quota dei sostenitori filogovernativi in Parlamento. Diversi sostenitori dell’opposizione rimangono in carcere dopo le condanne relative ai disordini del 2011, e attivisti per i diritti sono in attesa dei verdetti, sulla base di accuse che giudicano politicamente motivate. Il Bahrain ospita la quinta flotta della marina degli Usa e fa parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti che lotta contro il gruppo dello Stato islamico (ex Isil).
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