Londra (Regno Unito), 5 nov. (LaPresse/PA) – Nei 17 anni fra il 1995 e il 2011 i lavoratori stranieri provenienti dai Paesi dell’Unione europea hanno prodotto ricchezza nel Regno Unito, pagando più tasse di quanto non abbiano ricevuto in contributi dal governo. È quanto afferma un recente studio dell’University College London (Ucl), nel quale viene specificato che i lavoratori immigrati europei hanno avuto un contributo fiscale positivo pari a 4,4 miliardi di sterline. Di contro, nello stesso periodo i lavoratori esterni all’Ue hanno avuto un impatto negativo, pari a 118 miliardi di sterline. Per quanto riguarda i lavoratori nati nel Regno Unito, fra il ’95 e il 2011 il loro contributo è stato negativo, per 591 miliardi di sterline. Guardando agli arrivi più recenti nel Paese, quelli fra il 2001 e il 2011, il quadro migliora sia per gli immigrati europei sia per quelli extraeuropei: i primi hanno prodotto ricchezza per 20 miliardi di sterline, mentre per i secondi il dato si attesta a cinque miliardi.
Il professor Christian Dustmann, direttore del centro di ricerca e analisi dell’Ucl (Cream) e co-autore dello studio, ha dichiarato che “uno dei principali punti del dibattito pubblico sull’immigrazione è il fatto se gli immigrati contribuiscano o meno con la loro parte nei sistemi tributari e del welfare. La nostra analisi traccia un quadro positivo del contributo fiscale generale offerto recentemente dagli immigrati, particolarmente per quanto riguarda quelli in arrivo dai Paesi dell’Ue”. Dustmann ha poi aggiunto che “in particolare i lavoratori provenienti sia dai nuovi Paesi dell’Ue sia da quelli storici hanno dato i contributi più sostanziali” alla ricchezza del Regno Unito.
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