Roma, 30 ott. (LaPresse) – Il crescente divario tra ricchi e poveri vanifica la lotta alla povertà estrema e dal 2009 il numero di miliardari nel mondo è più che raddoppiato mentre centinaia di milioni di poveri non hanno cibo a sufficienza. È quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato da Oxfam e intitolato ‘Partire a pari merito: eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema’. Dall’inizio della crisi finanziaria, spiega il rapporto, il mondo si trova a fare i conti con super-ricchi più che raddoppiati e 805 milioni che ancora soffrono la fame; con la prosperità non più appannaggio delle persone normali, ma solo di una ristretta cerchia di eletti, che invece vede crescere sempre più rapidamente il proprio patrimonio. Non solo, afferma Oxfam: il fenomeno è talmente esteso che si può riscontrare perfino in Africa, dove nella regione sub-sahariana al fianco di 358 milioni di persone in povertà estrema, prosperano ben 16 miliardari. Se il continente continuerà a crescere agli attuali ritmi senza ridurre il livello di disuguaglianza estrema di reddito – avverte la ong – ci vorranno più di 60 anni per portare la povertà al di sotto del 3% nonostante Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale si propongano di raggiungere questo obiettivo tra 15 anni.
Oxfam sottolinea che si tratta di un trend in costante incremento: tra il 2013 e il 2014, le 85 persone più ricche al mondo (che secondo un dato già diffuso da Oxfam lo scorso gennaio hanno la stessa ricchezza della metà della popolazione più povera al mondo) hanno collettivamente aumentato la loro ricchezza di 668 milioni di dollari al giorno, cioè quasi mezzo milione di dollari ogni minuto. Sette persone su 10 vivono in Paesi in cui il divario tra ricchi e poveri è maggiore di quanto non fosse 30 anni fa. In India per esempio, Paese che ha ridotto i propri livelli di povertà assoluti negli ultimi 20 anni, l’analisi di Oxfam evidenzia che se il governo indiano riuscisse ad arrestare il recente aumento della disuguaglianza nei prossimi cinque anni, salverebbe dalla povertà altri 90 milioni di persone.
Anche in Italia, secondo l’Ocse, da metà degli anni ’80 fino al 2008 la disuguaglianza economica è cresciuta del 33% (dato più alto fra i Paesi Ocse, la cui media è del 12%). Al punto che oggi l’1% delle persone più ricche detiene più di quanto posseduto dal 60% della popolazione (36,6 milioni di persone), mentre dal 2008 a oggi gli italiani che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino ad arrivare a oltre 6 milioni, rappresentando quasi il 10% dell’intera popolazione.
“In un mondo nel quale le persone più ricche del mondo hanno più soldi di quanti potrebbero riuscire a spendere nell’arco della propria vita, ogni anno ci sono 100 milioni di persone che cadono in povertà perché costrette a pagare per l’assistenza sanitaria e milioni di bambini che non hanno la possibilità di andare a scuola”, ha detto Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International. “Dal Fondo monetario internazionale a papa Francesco, dal presidente Obama al World Economic Forum, emerge un sempre maggior consenso al fatto che la disuguaglianza è una sfida cruciale dei nostri tempi e che la mancanza di azione è economicamente e socialmente dannosa. Solo l’1,5% delle super-ricchezze basterebbe per garantire istruzione e sanità a tutti i cittadini dei paesi più poveri. Ma nonostante le parole incoraggianti, ancora troppo poco è stato fatto”, ha concluso Byanyima.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata