Fort Kent (Maine, Usa), 28 ott. (LaPresse/AP) – Kaci Hickox, l’infermiera statunitense che aveva lavorato con pazienti malati di ebola in Africa occidentale e che nel weekend era stata messa in isolamento obbligatorio nel New Jersey, ha accettato di essere sottoposta a quarantena nella sua casa in Maine. La donna è stata dimessa ieri da un ospedale del New Jersey e le autorità del Maine hanno annunciato che resterà in quarantena nella sua casa per 21 giorni, ai sensi dei protocolli sanitari in vigore nello Stato. Uno degli avvocati di Hickox, Steve Hyman, ha fatto sapere tuttavia che l’isolamento durerà “più o meno un giorno”, secondo le linee guida del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) che prevedono soltanto un monitoraggio per gli operatori sanitari che non abbiano i sintomi della malattia. “È una persona molto buona che ha fatto un ottimo lavoro e dovrebbe essere elogiata, non detenuta”, ha affermato il legale.

Hickox, che dovrebbe arrivare oggi nel Maine, aveva lavorato in Africa come volontaria con Medici senza frontiere. La donna ha passato il fine settimana in una tenda per la quarantena nella clinica universitaria di Newark, nel New Jersey, nonostante non avesse nessun sintomo dell’ebola e i test preliminari avessero dato un risultato negativo. L’infermiera ha definito “disumano” il trattamento che le era stato riservato nell’aeroporto internazionale Newark Liberty e ha protestato contro l’isolamento forzato. Hickox è stata la prima persona sottoposta alla quarantena obbligatoria introdotta dal governatore del New Jersey per le persone in arrivo nello scalo di Newark da Sierra Leone, Guinea e Liberia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata