Torino, 17 ott. (LaPresse) – La Carta sociale europea compie 53 anni.
Firmata il 18 ottobre del 1961 a Torino e poi riveduta nel 1996, è al centro della conferenza di alto livello organizzata dal Consiglio d’Europa che si tiene oggi e domani nel capoluogo piemontese. L’evento sarà incentrato sui temi di lavoro e diritti sociali e avrà come obiettivo quello di rilanciare questa ‘Costituzione sociale’ discutendo del ruolo dei diritti sociali nelle fasi di crisi e uscita dalla crisi. Di seguito alcune informazioni utili sulla Carta.
COS’È LA CARTA SOCIALE EUROPEA. La Carta sociale europea è un trattato del Consiglio d’Europa che enuncia libertà e diritti fondamentali della vita quotidiana: lavoro, istruzione, salute, casa, tutela giuridica e sociale, circolazione delle persone e non discriminazione. I Paesi firmatari sono 47, ma solo 43 hanno ratificato la Carta. A proposito del lavoro garantisce, solo per fare degli esempi, libertà di costituire sindacati e organizzazioni di datori di lavoro per la protezione degli interessi economici e sociali, e ancora tutela in caso di licenziamento.
COME FUNZIONA L’APPLICAZIONE DELLA CARTA. Il rispetto da parte degli Stati degli obblighi previsti dalla Carta sociale europea viene controllato dal Comitato europeo dei diritti sociali. I suoi 15 membri, indipendenti e imparziali, sono nominati dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e il loro mandato dura sei anni. Il Comitato può fare applicare la Carta in due modi: con la procedura dei ‘rapporti nazionali’ e con quella dei cosiddetti ‘reclami collettivi’. La procedura dei ‘rapporti nazionali’ prevede che gli Stati membri presentino periodicamente un rapporto in cui spiegano come viene applicata in pratica la Carta; il Comitato valuta la situazione e, nel caso in cui sia necessario, dà indicazioni agli Stati per conformarsi ai principi stabiliti dalla Carta sociale. La seconda procedura, quella dei reclami collettivi, permette invece un contatto più diretto con i cittadini europei perché prevede che organizzazioni sindacali nazionali e internazionali, organizzazioni dei datori di lavoro e ong possano presentare al Comitato europeo dei Diritti sociali dei reclami riferiti a delle violazioni della Carta nei singoli Stati; nel caso in cui il Comitato accerti una violazione, agli Stati membri vengono indicate misure da adottare per risolvere la situazione.
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