Washington (Usa), 29 set. (LaPresse/AP) – La campagna militare guidata dagli Stati Uniti contro il gruppo dello Stato islamico (ex Isil) e i militanti alleati di al-Qaeda in Siria stanno aiutando il dittatore siriano Bashar Assad, un uomo che le Nazioni unite hanno accusato di crimini di guerra. Lo ha ammesso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante un’intervista trasmessa ieri da ’60 Minuti’ della Cbs. “Riconosco la contraddizione”, ha detto il presidente Usa. “Non stabilizzeremo la Siria con il regime di Assad”, il cui governo ha commesso “atrocità terribili”, ha aggiunto Obama. Il presidente però ha spiegato di non aver avuto altra scelta che ordinare attacchi aerei degli Stati Uniti contro i nemici di Assad, lo Stato islamico e il gruppo Khorasan perchè, ha detto, “queste persone potrebbero uccidere degli americani”.
Obama ha aggiunto che la sua prima priorità è degradare gli estremisti che stanno minacciando l’Iraq e l’occidente. Per sconfiggerli, ha spiegato, servirebbero delle forze locali competenti sul terreno, qualcosa che secondo gli analisti non compariranno a breve in Siria, nonostante i programmi degli Stati Uniti di armare e addestrare i ribelli “moderati”. Gli Stati Uniti hanno affermato di non voler cooperare con il governo di Assad. “Adesso abbiamo un piano di campagna che ha una forte possibilità di successo in Iraq”, ha sottolineato Obama. “La Siria è una situazione più impegnativa”. Ieri il presidente della Camera Usa John Boehner ha messo in dubbio la strategia di Obama per distruggere il gruppo dello Stato islamico.
Boehner ha detto a “This week” di Abc che gli Stati Uniti potrebbero non avere “altra scelta” che inviare soldati americani se la combinazione tra attacchi aerei guidati dagli Stati Uniti e una campagna sul terreno che fa affidamento sulle forze irachene, sui combattenti curdi e sui ribelli siriani moderati dovesse fallire nel raggiungere l’obbiettivo. “Sono dei barbari. Vogliono ucciderci”, ha detto Boehner. “E se non li distruggeremo noi per primi, pagheremo il prezzo”, ha aggiunto.
Obama tuttavia ha chiarito che non ha interesse in una presenza di terra importante degli Stati Uniti, oltre ai 1.600 consulenti americani e ai soldati speciali operativi che ha già deciso di inviare in Iraq. “Stiamo assistendo l’Iraq in una battaglia molto reale che sta avvenendo sul loro territorio, con i loro soldati”, ha detto il presidente Usa. “Questo non è l’America contro l’Isil. Questo è l’America che guida la comunità internazionale per assistere un Paese con il quale abbiamo una collaborazione sulla sicurezza”.
Solo gli Stati Uniti possono guidare una campagna simile, ha spiegato Obama. “E’ sempre così. Siamo una nazione indispensabile. Abbiamo capacità che nessun altro ha. Il nostro esercito è il migliore nella storia del mondo. E quando ci sono dei problemi ovunque nel mondo, non chiamano Pechino. Non chiamano Mosca. Chiamano noi”.
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