Ferguson (Missouri, Usa), 28 set. (LaPresse/AP) – Ancora spari a Ferguson, sobborgo di St. Louis nel Missouri dove il 9 agosto scorso un poliziotto sparò e uccise il diciottenne di colore Michael Brown. Questa volta ad essere stato raggiunto da un colpo di pistola è un agente di polizia che stava effettuando un controllo al Ferguson Community Center. L’uomo è stato colpito al braccio e non è in pericolo di vita. Il capo della polizia della contea di St. Louis,Jon Belmar, ha spiegato in una conferenza stampa che l’ufficiale si è avvicinato a due uomini, intorno alle 21:10 di ieri sera (intorno alle 5 del mattino in Italia) che sostavano nell’edificio nonostante il Community Center fosse chiuso. A quel punto i due sono fuggiti: ne è nato un inseguimento. Ad un certo punto uno dei duo uomini si è girato e ha sparato al poliziotto, ha spiegato Belmar. I responsabili non sono ancora stati identificati e sono in corso ricerche a tappeto.

Belmar ha aggiunto che la sparatoria di ieri non era legata alle manifestazioni organizzate a Ferguson ieri sera in ricordo di Michael Brown. Intorno a mezzanotte (ora locale) circa 100 persone si sono radunate all’angolo di una strada gridando “No giustizia; nessuna pace”, riferendosi al fatto che il poliziotto non è ancora stato incriminato per aver ucciso il 18enne. Giovedì scorso la tensione era salita di nuovo alle stelle quando il capo della polizia di Ferguson, tra l’altro afroamericano, aveva chiesto pubblicamente scusa per quanto accaduto, rifiutando però di dimettersi.

Il Dipartimento di Giustizia, che sta indagando se i diritti civili di Brown siano stati violati, sta conducendo un’indagine più ampia sulla polizia di Ferguson, esortando il capo della polizia Tom Jackson di vietare ai suoi ufficiali di indossare bracciali in sostegno dell’agente coinvolto, Darren Wilson, mentre sono in servizio. I residenti di Ferguson si erano infatti lamentati dell’esistenza di tali bracciali, che riportavano la scritta “Sono Darren Wilson”.

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