Hong Kong, 28 set. (LaPresse/AP) – Si respira l’aria di una nuova ‘piazza Tienanmen’ a Hong Kong. Dopo tre giorni di proteste pro-democrazia non si placano gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti, scesi in piazza per chiedere libere elezioni senza l’imposizione di Pechino. Oggi la polizia ha sparato gas lacrimogeni e ha usato idranti per disperdere la folla. Il caos si è scatenato in centro città quando centinaia di persone in corteo hanno cercato di rompere il cordone creato da agenti di polizia che circondavano altri manifestanti in sit-in di fronte alla sede del governo. Altri attivisti hanno bloccato le strade del centro, anche nel quartiere della finanza, scontrandosi con le forze dell’ordine armate di spray urticante al pepe. Alcuni dei manifestanti riescono a comunicare via twitter, inviando messaggi e notizie nonostante il blocco di internet imposto dalla polizia nei quartieri centrali di Hong Kong. A quanto si apprende, migliaia di persone sono ancora nelle strade. Tra la folla è presente anche il magnate dei media Jimmy Lai, che possiede il popolare Apple Daily, l’unico quotidiano pro-democrazia di Hong Kong.

Durante gli scontri dei giorni scorsi quasi una trentina di studenti erano rimasti feriti. La polizia aveva fatto sapere di aver arrestato 78 persone, tra cui il leader del movimento studentesco, il 17enne Joshua Wong. Secondo i tweet di alcuni manifestanti e dello stesso Wong, il ragazzo sarebbe stato rilasciato. Oggi è arrivata anche la risposta di Pechino: il governo cinese si è affrettato a condannare le manifestazioni, dichirandosi “fermamente contrario ai movimenti illegali” lanciati dagli studenti e dai gruppi democratici. Nel comunicato si ribadisce anche il pieno sostegno di Pechino al governo del territorio, che dal 1997 è una Speciale Regione Amministrativa della Cina.

A dare il via alle proteste venerdì scorso sono stati gli studenti che hanno occupato la sede del governo. La polizia era intervenuta arrestando 78 persone. Tra loro anche il leader del gruppo studentesco Scholarism, il 17enne Joshua Wong, che è stato trascinato via da quattro agenti. Altri 100 hanno continuato a gridare slogan contro la polizia che stava arrestando i loro compagni nella piazza di fronte al governo. Per evitare l’assalto al palazzo governativo la polizia ha risposto con spray urticante. A ieri almeno 34 studenti sono rimasti feriti. Nella tarda serata di ieri il movimento Occupy Central with Love and Peace ha riferito che era cominciata ufficialmente “un’occupazione” delle strade fuori dalla sede del governo. Il gruppo ha deciso di mantenere e rafforzare le loro posizioni nel quartiere di Admiralty, dove si trovano gli uffici governativi e la sede del parlamento di Hong Kong, per unirsi alla battaglia per il suffragio universale.

I manifestanti rifiutano la recente decisione di Pechino di limitare la libertà di voto per le prime elezioni per il leader della città a suffragio universale, previste per il 2017. La Cina ha infatti promesso un voto per persona, ma ha escluso la possibilità di candidature indipendenti dalla volontà del governo centrale.

Il governatore di Hong Kong, Leung Chun-ying, ha rotto il silenzio sulle proteste. Definendo illegali le manifestazioni, si è detto disponibile a ulteriori consultazioni su una riforma elettorale, senza però fornire una data precisa. In un comunicato, il governo di Hong Kong ha spiegato di essere “risoluto nell’opposizione dell’occupazione degli uffici del governo centrale e del distretto centrale da parte di Occupy Central”. La nota emessa a nome dello stesso Chun-ying, esprime l’impegno dell’amministrazione per mantenere una “società diversificata” e incoraggiare il pubblico a “esprimere le loro aspirazioni pacificamente, nel rispetto della legge e in modo razionale, e di rispettare i diversi punti di vista della società”. Il governo ha promesso che la polizia gestirà la situazione “in maniera appropriata e a norma di legge”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata