Bruxelles (Belgio), 20 set. (LaPresse) – Negli ultimi mesi in Belgio sono stati sventati diversi attacchi pianificati da ex combattenti ritornati dalla Siria o da simpatizzanti dello Stato islamico (ex Isil). È quanto riporta il quotidiano belga L’Echo, citando fonti giudiziarie, aggiungendo che i servizi di sicurezza e la magistratura hanno volutamente nascosto questa informazione per evitare di allarmare la popolazione. “Si tratta di attacchi paragonabili a quello di Mehdi Nemmouche al Museo ebraico di Bruxelles” dello scorso 24 maggio, hanno spiegato le fonti, aggiungendo che alcuni sospettati sono stati arrestati e si trovano ancora in carcere. Nessuno ha voluto però fornire dettagli sugli obiettivi degli attentati per motivi di sicurezza e per non danneggiare l’inchiesta in corso.

La procura federale belga, dal canto suo, si è limitata a confermare oggi che un’indagine sui giovani combattenti rientrati dalla Siria ha effettivamente portato a diverse operazioni e mandati d’arresto. “Non daremo nessun’altra informazione, ci occupiamo appieno della problematica degli ex combattenti, collaboriamo con i servizi di sicurezza e questo ci ha portato a effettuare numerose operazioni e mandati d’arresto”, ha detto Jean-Pascal Thoreau della procura secondo quanto riporta L’Echo.

Stando al quotidiano, sono 90 i cittadini del Belgio che hanno combattuto in Siria e sono ritornati in patria. “Noi partiamo dal principio che, fra loro, uno su 9 ha intenzione di commettere un attentato. È una valutazione prudente se si tiene conto anche delle persone che apportano un sostegno logistico agli attacchi”, spiegano ancora le fonti. I belgi partiti per la Siria sono fra 325 e 400. La notizia è stata riportata anche dal quotidiano in fiammingo De Tijd.

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