Minsk (Bielorussia), 5 set. (LaPresse) – Dopo quasi cinque mesi di scontri, l’Ucraina e i ribelli filorussi dell’est hanno siglato a Minsk, in Bielorossia, un accordo per il cessate il fuoco a partire dalle 18 (le 17 in Italia). A poche ore dalla firma, il patto sembra essere rispettato da ambo le parti nonostante i separatisti abbiano chiarito subito che la tregua non equivaleva alla loro rinuncia di secessione. Nel frattempo, a Newport in Galles i 28 Paesi membro della Nato approvavano un piano di risposta rapida (il Readiness Action Plan): una nuova forza di 5mila militari pronta a essere dispiegata anche con un preavviso di 48 ore, con la presenza di forze speciali ed equipaggiamenti sia aerei sia navali per contrastare la minaccia della Russia in relazione alla situazione in Ucraina. Un piano approvato da tutti i Paesi membro che si va a sommare all’ipotesi di nuove sanzioni contro la Russia da parte degli Stati Uniti e dell’Unione europea.
La nuova tregua, siglata a Minsk tra rappresentanti di Ucraina, delle repubbliche separatiste, di Russia e dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, permetterebbe alla Russia di evitare il nuovo pacchetto di sanzioni che dovrebbe riguardare l’aspetto ‘finanziario, bancario e soprattutto economico. Anche il premier italiano Matteo Renzi, al termine del summit della Nato, ha precisato che il pacchetto predisposto per le sanzioni contro Mosca è particolarmente duro e corposo ma la cancelliera tedesca Angela Merkel ha aggiunto che se l’attuale tregua sarà rispettata, senza ulteriori incursioni russe su territorio ucraino si potranno evitare le sanzioni. In serata ha parlato anche il presidente americano Barack Obama ricordando come la Nato sostenga e voglia difendere la sovranità dell’Ucraina e che si aspetta che alla tregua seguano i fatti, soprattutto da parte della Russia. Intanto, fino a pochi minuti prima dell’entrata in vigore della tregua, a Mariupol, nel sudest dell’Ucraina, continuavano gli scontri e i bombrdamenti per l’offensiva dei separatisti filorussi per prendere il controllo del porto strategico.
LA TREGUA – Dopo aver annunciato il cessate il fuoco in Ucraina, i negoziatori riuniti a Minsk in Bielorussia si sono incontrati per altre due ore e hanno concordato il piano di tregua da 12 punti. Tra questi, il ritiro di tutte le armi pesanti, la liberazione di tutti i prigionieri e la consegna degli aiuti umanitari alle città devastate nell’est del Paese. Per ora l’esercito di Kiev e i ribelli filo-russi non si ritireranno dalle loro attuali posizioni, mentre l’Osce vigilerà sul rispetto del cessate il fuoco. Mikhail Zurabov, l’ambasciatore russo in Ucraina ha spiegato che gli accordi prevedono lo scambio di mille prigionieri per parte. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha poi aggiunto che lo scambio di prigionieri potrebbe iniziare già domani. ‘La vita umana’, ha affermato il presidente ucraino, ‘è il valore più prezioso e dobbiamo fare tutto il possibile e anche l’impossibile per mettere fine allo spargimento di sangue e alla sofferenza’. Da parte loro, i separatisti hanno precisato che la tregua non è una rinuncia all’indipendenza che resta il loro obiettivo. ‘Il cessate il fuoco ci permetterà non solo di risparmiare i civili vite, ma anche la vita delle persone che hanno preso le armi per difendere la loro terra e i loro ideali’, ha dichiarato Alexander Zakharchenko, il capo dei ribelli della regione di Donetsk. Igor Plotnitsky, il leader dei separatisti nella regione di Luhansk, ha però precisato che ‘questo non significa che il nostro percorso verso la secessione sia finito’.
Il Cremlino ha espresso l’auspicio che il cessate il fuoco sia ‘rispettato completamente’ e che i negoziati proseguano per arrivare ad una soluzione pacifica del conflitto. E sulla tregua si è espresso da Newport anche il premier italiano Matteo Renzi. ‘È un elemento importante che si sia arrivati a questo momento di cessate il fuoco con una serie di impegni concreti – ha dichiarato – come la convocazione delle elezioni nei territori russofoni nello stesso giorno delle elezioni parlamentari’. Il premier ha sottolineato come la strategia tenuta dalla comunità internazionale sulla crisi italiana è stata quella ‘frizione e acceleratore’, cercando di ‘tenere in piedi il canale dialogo’ e ‘verificare la concretezza dei passi in avanti’. ‘Le prossime ore – ha concluso – sono complicate ma anche dense di speranza’. E sulle sanzioni alla Russia, Renzi le ha definite corpose e molto dure, auspicando, come la collega Merkel, il rispetto della tregua per fare in modo che Mosca possa evitare il nuovo pacchetto di sanzioni imposte dall’Unione europea. Più cauto il presidente americano Barack Obama, che ha ricordato l’impegno della Nato a difendere e sostenere comunque la sovranità dell’Ucraina e la sua integrità territoriale minacciata dalla Russia. ‘A questo cessate il fuoco devono seguire i fatti’, ha precisato Obama affermando che la validità del cessate il fuoco debba essere comunque testata.
IL PIANO NATO – La frontiera orientale dell’Europa diventa il palcoscenico per la nuova forza ‘permanente’ della Nato per rispondere all’aggressione di Putin in Ucraina. Senza però stracciare il Trattato con la Russia, come ha precisato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen a margine del summit Nato in corso a Newport, in Galles. ‘Non abbiamo preso alcuna decisione di uscire dall’atto di fondazione del Consiglio Nato-Russia, rispettiamo i principi di quell’atto anche se è chiaro che la Russia ha ampiamente violato i principi fondamentali di quel documento’, ha dichiarato Rasmussen. Del nuovo piano di risposta rapida, il Readiness Action Plan, si sa che sarà una forza ‘molto reattiva’ e ‘avrà una presenza continua’ nell’est europeo, come spiegato da Rasmussen. A questo scopo avrà cinque basi-deposito nei paesi baltici, in Polonia e Romania e quasi 5mila soldati impiegati. I partner contribuiranno con mezzi e uomini.
Questa nuova unità includerà diverse migliaia di truppe di terra pronte a essere dispiegate anche con un preavviso di 48 ore. Prevista anche la presenza di equipaggiamenti sia di terra che di mare e l’Alleanza stabilirà strutture di comando e controllo nell’est Europa. L’Ucraina non è Paese membro della Nato, ma le recenti azioni della Russia hanno sollevato, fra gli Stati membri dell’Europa centrale e orientale, timori che Mosca possa provare a guadagnare terreno anche all’interno dei loro confini. Londra ha già indicato il suo impegno a partecipare al nuovo piano di risposta rapida Nato con mille uomini. Il primo ministro britannico David Cameron ha inoltre indicato l’impiego di 3.500 soldati con riferimento alle forze impegnate in esercitazioni Nato nei baltici e in Europa dell’Est nei prossimi due anni. All’interno del piano, anche anche l’impegno dei 28 Paesi membro ad invertire la tendenza del taglio delle spese alla difesa e riportarle – entro dieci anni – al livello del 2% del pil (di cui il 20% in armamenti ‘maggiori’, grande spinta all’industria bellica). Per gli europei significa mediamente raddoppiarle.
LE REAZIONI – Secondo Mosca la Nato ha usato la crisi ucraina solo ‘come pretesto per attuare piani concepiti da tempo’ e quanto dichiarato sulla situazione ucraina e annunciato in merito a esercitazioni congiunte in Ucraina non farà che ‘accrescere la tensione’ e ‘minacciare’ i progressi nel processo di pace. Lo si legge in una nota pubbicata dal ministero degli Esteri russo. La decisione della Nato di avanzare le sue infrastrutture nell’est dell’Europa è secondo Mosca un preteste per far crescere la presenza militare dell’Alleanza vicino ai confini russi. a sostanza e i toni delle dichiarazioni sulla situazione ucraina, insieme ai programmi annunciati di svolgere manovre congiunte con Kiev sul territorio di questo Paese entro la fine del 2014 porteranno inevitabilmente alla crescita della tensione e rischieranno di far fallire il progresso tracciato nel processo di pace in Ucraina’, prosegue Mosca nel comunicato. ‘Inoltre – si legge ancora nella nota – favoriranno l’aggravarsi dello scisma della società ucraina’.
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