Londra (Regno Unito), 5 set. (LaPresse/AP) – È salito a 2.097 il numero di morti attribuiti al virus Ebola in cinque Paesi dell’Africa occidentale. È il nuovo bilancio diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riguardo all’epidemia che ha colpito duramente in Guinea, Liberia e Sierra Leone e con minore intensità la Nigeria e il Senegal. Ma dall’Oms arriva anche la raccomandazione secondo cui i medici che stanno curando i malati di Ebola in Africa occidentale dovrebbero usare il sangue dei sopravvissuti alla malattia per trattare i pazienti. La dottoressa Marie Paule Kieny, esperta dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel corso di una conferenza stampa, ha aggiunto che deve essere fatto tutto il possibile per aiutare i Paesi colpiti ad adottare la strategia suggerita. Nei giorni scorsi a Ginevra si è svolto un incontro a cui l’Oms ha invitato oltre 200 esperti per discutere su quali trattamenti sperimentali e possibili vaccini si possa lavorare. L’agenzia ha anche annunciato di avere individuato due potenziali vaccini all’apparenza promettenti. L’Ebola ha finora provocato la morte di oltre 2.100 persone in Africa occidentale.
Intanto, le Nazioni unite stanno allestendo un “centro di crisi sull’Ebola” il cui obiettivo sarà fermare la trasmissione della malattia nei Paesi colpiti dall’epidemia nel giro di sei o nove mesi. Lo ha dichiarato alla stampa il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in seguito a un incontro con i vertici delle Nazioni unite. Ribadendo quanto già affermato nei giorni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Ban ha poi aggiunto che servono con urgenza almeno 600 milioni di dollari per arginare il virus. Ban ha inoltre esortato le linee aeree e i Paesi della regione dotati di porti a revocare i loro divieti su traffico aereo e marittimo, in modo che le aree colpite possano essere raggiunte da medici, infermieri, equipaggiamenti e rifornimenti. “Questa è una sfida enorme e seria”, ha detto Ban, aggiungendo: “Ci stiamo organizzando per affrontarla e sono sicuro che possiamo farcela”.
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