Austin (Texas, Usa), 16 ago. (LaPresse/AP) – Il governatore del Texas, il repubblicano Rick Perry, è stato incriminato da un grand jury con l’accusa di abuso di potere e coercizione di pubblico ufficiale. Perry, potenziale candidato Gop alle presidenziali del 2016, è accusato di avere minacciato pubblicamente di rimuovere un finanziamento di 7,5 milioni di dollari in due anni destinato all’unità integrità pubblica della procura di Stato, cioè quella che si occupa di indagare sulla corruzione nel settore pubblico. Quella unità era guidata dalla procuratrice della contea di Travis, la democratica Rosemary Lehmberg, della quale Perry chiese le dimissioni dopo che ad aprile 2013 fu arrestata e condannata per guida in stato di ebbrezza, visto che le fu trovato un livello di alcol nel sangue tre volte superiore al limite consentito. Lei però si rifiutò ed effettivamente Perry rimosse i fondi.
La procuratrice trascorse in carcere la metà del periodo di 45 giorni che le era stato imposto e in prigione fu registrato un video in cui la si vedeva mentre urlava contro lo staff chiedendo di chiamare lo sceriffo e mentre dava calci alla porta della sua cella e tirava fuori la lingua. A seguito della diffusione del filmato un altro grand jury aprì un’indagine su Lehmberg, ma alla fine decise che non andava rimossa dall’incarico. Perry invece riteneva che avesse avuto un comportamento inappropriato e dovesse pertanto lasciare.
Nel caso in cui Perry venisse condannato, per l’accusa di abuso di potere rischia una pena compresa tra cinque e 99 anni di carcere e per quella di coercizione di pubblico ufficiale una pena compresa fra due e 10 anni di detenzione. In carica dal 2000, Perry è il governatore rimasto in servizio più a lungo nella storia del Texas, ma non si ricandiderà a novembre. L’indagine a suo carico potrebbe però guastare le sue prospettive politiche dal momento che sta valutando una nuova corsa alla Casa Bianca, per la quale si presentò già senza successo nel 2012.
Perry è il primo governatore del Texas a essere incriminato dal 1917, quando James ‘Pa’ Ferguson fu incriminato per accuse derivanti dal fatto che pose il veto al finanziamento di Stato all’università del Texas, nello sforzo di destituire i membri della facoltà ai quali si opponeva. Contro Ferguson ci fu un impeachment e lui si dimise prima di essere condannato, permettendo alla moglie Miriam ‘Ma’ Ferguson di assumere l’incarico di governatore.
Nell’ambito delle indagini sono stati ascoltati dal grand jury diversi collaboratori di Perry, ma il governatore in persona non ha testimoniato. La general counsel di Perry, Marry Anne Wiley, oggi lo ha difeso, dicendo che “il veto in questione è stato posto in conformità con l’autorità di veto che è nei poteri di ogni governatore in base alla Costituzione del Texas”. Tuttavia il nodo della questione sembra essere diverso. A far aprire il caso, infatti, è stato l’esposto presentato dal gruppo ‘Texans for Public Justice’, che non contesta la possibilità di Perry di porre veto a misure approvate dal Parlamento dello Stato (compreso il budget o parti di esso), ma accusa il governo di coercizione per avere minacciato pubblicamente di utilizzare questo veto nel tentativo di fare pressioni su Lehmberg perché lasciasse l’incarico.
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