Seoul (Corea del Sud), 14 ago. (LaPresse/AP) – I parenti di alcune delle oltre 300 vittime del naufragio del traghetto lo scorso aprile sperano che la visita di papa Francesco arrecherà conforto alla loro rabbia. La maggior parte delle persone morte nell’incidente del tragetto Sewol erano studenti delle scuole superiori in gita. I pubblici ministeri hanno scoperto che l’operatore del traghetto sovraccaricava abitualmente la nave per ricavarne denaro e che il proprietario aveva speso poco per addestrare l’equipaggio alle norme di sicurezza. Park Youn-oh, il padre di uno studente di 17 anni, ucciso nel naufragio, ha detto di aver provato una sensazione inspiegabile quando ha visto arrivare l’aereo del papa e ha brevemente incontrato il pontefice. Il figlio, Seong-ho, un cattolico romano si stava preparando per partecipare a un seminario che gli avrebbe permesso di prendere i voti e spesso citava il papa sul suo profilo Facebook.
“Alla vista di Francesco – ha dichiarato ad Associated Press – mi è venuto in mente mio figlio e le altre vittime. Mi sentivo bene, ma anche triste e desideroso di contare su di lui per una parola di conforto”. “Il papa – prosegue Youn-oh – mi ha detto che avrebbe ricordato nelle sue preghiere le vittime del naufragio e che avrebbe sollevato la questione con il presidente Park Geun-hye”. Anche la sorella di Seong- oh interviene: “Stiamo attraversando un momento difficile a causa degli attacchi online ai parenti delle vittime accusati di voler speculare sull’accaduto e una situazione di stallo in parlamento a cui abbiamo chiesto di far chiarezza sull’incidente”. Altri dieci parenti delle vittime hanno in programma di incontrare il papa privatamente venerdì dopo la messa nella città di Daejeon.
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