Katmandu (Nepal), 11 ago. (LaPresse/AP) – La comunità gay del Nepal hanno sfilato attraverso Katmandu in abiti colorati, con parrucche, palloncini e striscioni in occasione del festival indù “Gaijatra”, in cui hanno reso omaggio alla memoria dei gay deceduti durante l’anno. Migliaia di persone si sono messe in fila per le strade della parte vecchia della capitale per assistere alla coloratissima parata, che è partita dal centro turistico di Thamel ed è terminata nella piazza centrale.
Sebbene sia ancora alle prese con la povertà, la disoccupazione e la carenza di infrastrutture, il Nepal ha fatto enormi passi avanti nel riconoscimenti dei diritti alle comunità gay e alle minoranze, diventando la prima nazione dell’Asia meridionale a depenalizzare l’omosessualità.
Nel 2007 il Paese ha abbracciato la democrazia e la laicità dopo secoli come regno Indù, e una commissione del governo ha raccomandato che il matrimonio omosessuale venga garantito in una nuova Costituzione. Si tratta di una decisione senza precedenti, che potrà dare alle coppie gay e lesbiche il diritto di adottare bambini, acquistare beni comuni, avere conti bancari congiunti e il diritto di ereditare l’uno dall’altro.
Tutti i partiti politici del Paese hanno già sostenuto l’idea e molti all’interno della piccola comunità LGBT sperano che una nuova Costituzione possa essere approvata già quest’anno. Cambiare le leggi, però, spesso è più facile che cambiare le menti. In Nepal, infatti, il matrimonio combinato è ancora la norma e fino, a un decennio fa gli omosessuali venivano regolarmente incarcerati, per un massimo di tre mesi, con l’accusa di “sesso contro natura”.
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