Beirut (Libano), 2 ago. (LaPresse/AP) – In Siria membri di tribù si sono ribellati contro i militanti dello Stato islamico nell’est del Paese, costringendoli a ritirarsi da tre villaggi dopo pesanti scontri che hanno causato la morte di oltre dieci persone. Lo hanno reso noto attivisti. Si tratta del primo segno di resistenza locale nei confronti degli estremisti da quando i combattenti dello Stato Islamico nelle ultime settimane hanno conquistato larghe parti della provincia di Deir el-Zour, ricca di petrolio. Secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani e dall’attivista Mustafa Osso, che ha base in Turchia, i militanti dello Stato Islamico sono stati costretti a far arrivare rinforzi dall’Iraq, dopo che membri della tribù Shueitat hanno mandato via i combattenti jihadisti dai villaggi di Kishkiyeh, Abu Hamam e Granij.
L’Osservatorio ha aggiunto che i membri delle tribù hanno dato fuoco alla sede locale dello Stato islamico nella vicina città di Ashara e che i residenti hanno manifestato contro il gruppo. Osso e gli attivisti dell’Osservatorio hanno riportato che i combattimenti sono cominciati per la prima volta mercoledì, dopo che i jihadisti hanno fermato tre membri di tribù, presumibilmente violando un accordo che le parti avevano raggiunto dopo che i combattenti dello Stato islamico hanno catturato i villaggi.
“C’è stato diffuso risentimento recentemente per gli atti dello Stato islamico”, ha spiegato Osso, che è in contatto con attivisti in diverse parti della Siria. Si pensa che uno degli comandanti del gruppo, un ceceno noto come Omar al-Shishani, stia guidando gli jihadisti nella zona. A proposito di Deir el-Zour Osso ha aggiunti: “E’ una zona molto importante per lo Stato Islamico perché è ricca per il petrolio e confina con l’Iraq”.
L’Osservatorio ha riferito che i membri delle tribù hanno catturato il vicino deposito di petrolio Tanak ieri. Gli attivisti hanno aggiunto che il gruppo Stato islamico ha inviato un gran numero di combattenti dalla vicina città di Qaim per rafforzare le posizioni del gruppo. Quattro giorni di combattimenti, ha spiegato l’osservatorio, hanno ucciso nove jihadisti, tre membri di tribù e cinque civili.
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