Taipei (Taiwan), 25 giu. (LaPresse/AP) – “Per raggiungere Taiwan da Pechino ho preso un volo di tre ore, ma per fare questo passo ci sono voluti almeno 65 anni”. Con queste parole Zhang Zhijun, il ministro cinese dell’Ufficio per gli affari di Taiwan, ha commentato oggi l’incontro a Taipei con l’omologo taiwanese Wang Yu-chi.

Zhang, primo ministro del governo cinese a visitare Taiwan per colloqui con le autorità locali, rimarrà sull’isola fino a sabato. Ha paragonato le relazioni tra Cina e Taiwan alla navigazione controcorrente a bordo di una barca. “Se non va avanti, va indietro”, ha affermato. I due funzionari hanno discusso i dettagli dell’apertura dei primi uffici consolari che possano essere utili a investitori e turisti e hanno accettato di rinegoziare alcune parti del patto sul commercio dopo che esso sarà entrato in vigore.

Il principale partito all’opposizione a Taiwan ha assicurato che non organizzerà proteste durante la visita di Zhang, ma gruppi più piccoli hanno minacciato di seguirlo nei suoi spostamenti. Oggi più di cento dimostranti si sono scontrati con i sostenitori di Pechino nell’aeroporto di Taipei e poi con poliziotti nell’albergo in cui si sono tenuti i colloqui. Nei tafferugli è rimasto ferito un attivista. Cina e Taiwan sono governate separatamente dalla guerra civile cinese degli anni ’40. Pechino vede l’isola come parte integrante del proprio territorio che prima o poi verrà annessa, con la forza se necessario. Nel 2008, tuttavia, Pechino ha messo da parte le minacce militari per firmare accordi economici con Taiwan, che necessita di investimenti.

L’avvicinamento delle parti è stato è però messo a rischio dagli studenti del cosiddetto ‘movimento dei girasoli’, che a marzo hanno occupato il Parlamento a Taipei per impedire la ratifica di un patto di liberalizzazione commerciale bilaterale con la Cina. Nonostante le proteste, il Parlamento dovrebbe ratificare l’accordo, anche se non è chiaro in che modo si svilupperanno in seguito i rapporti bilaterali.

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