Kandahar (Afghanistan), 25 giu. (LaPresse/AP) – Si sono estesi ad altri distretti della provincia meridionale di Helmand, in Afghanistan, i feroci combattimenti in corso da domenica tra forze di sicurezza afghane e talebani, che hanno lanciato la cosiddetta offensiva di primavera. Lo riferisce il portavoce del ministero della Difesa dell’Afghanistan, il generale Mohammad Zahir Azimi. In totale adesso sono coinvolti tre distretti: domenica gli attacchi ai checkpoint di polizia da parte dei talebani erano cominciati nel distretto di Sangin, mentre adesso gli scontri si sono estesi ai distretti di Kajaki e Nowzad. Finora il bilancio dei combattimenti è di almeno 27 morti, di cui cinque civili, nove soldati e 13 poliziotti. A riferire delle vittime è un portavoce del governo provinciale, Omar Zwak, aggiungendo che sono morti anche decine di militanti, ma non è in grado di fornire una cifra precisa. “Oltre mille famiglie sono state costrette a lasciare le proprie case in conseguenza degli scontri nei loro villaggi e hanno bisogno di case, cibo e acqua”, ha proseguito.

Il presidente afghano, Hamid Karzai, ha invitato i talebani a non uccidere civili innocenti. Inoltre oggi l’Isaf ha fatto sapere che nelle ultime 72 ore ha fornito sostegno alle forze di sicurezza afghane nella zona dei combattimenti, inviando anche elicotteri per evacuazioni mediche, e supporti di intelligence e sorveglianza. “Tutti i checkpoint nell’Helmand sono attualmente sotto il controllo delle forze di sicurezza afghane (Ansf) e questa rimane un’operazione a guida Ansf”, ha affermato la coalizione in una nota. Nell’offensiva di primavera i talebani approfittano della stagione calda per incrementare gli attacchi contro il governo. E quest’anno si tratta di un importante test per il presidente Hamid Karzai, che sta provando a mostrare che le forze di sicurezza afghane sono in grado di proteggere i cittadini, mentre gli Usa e la coalizione internazionale si preparano a concludere entro l’anno la missione di combattimento.

L’anno scorso le forze di sicurezza sono state elogiate per essere riuscite a tenere testa ai talebani, ma i militanti hanno intensificato la loro campagna d’estate nel tentativo di infliggere un duro colpo al governo di Karzai. Le violenze hanno suscitato preoccupazioni visto il ritiro delle forze internazionali, in programma per la fine del 2014. L’amministrazione Obama ha acconsentito però a lasciare oltre il 2014 circa 10mila soldati, ma solo se verrà siglato il patto di sicurezza bilaterale con Kabul. Karzai si è rifiutato di firmarlo prima della scadenza del suo mandato, dicendo che voleva aspettare l’elezione del nuovo presidente, ed entrambi i candidati che si sono affrontati al ballottaggio delle presidenziali il 14 giugno avevano promesso che avrebbero siglato l’accordo. Tuttavia, viste le accuse di brogli, i risultati delle elezioni non sono ancora arrivati.

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