Baghdad (Iraq), 23 giu. (LaPresse/AP) – Il segretario di Stato Usa John Kerry è arrivato a Baghdad, in Iraq. Kerry oggi dovrebbe incontrare il primo ministro del Paese Nouri al-Maliki, oltre a leader sunniti e curdi. Secondo fonti Usa non si prevede che Kerry solleciti le dimissioni del premier, nonostante le richieste di un nuovo leader iracheno. Invece Kerry chiederà ad al-Maliki e agli altri leader di costruire un governo più inclusivo delle minoranze sunnite e curde.
Kerry dovrebbe incontrare prima al-Maliki nella zona verde fortificata di Baghdad, dove si trova l’ufficio del primo ministro e il palazzo del Parlamento, oltre all’ambasciata Usa. Kerry parlerà poi con il religioso sciita Ammar al-Hakim, a capo del partito Supremo consiglio islamico iracheno, con il presidente del Parlamento Osama al-Nujaifi, esponente sunnita, e con il ministro degli Esteri Hoshyar Zebari, curdo.
OBAMA: ISIL STA DESTABILIZZANDO IL PAESE – Ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva avvertito che “i militanti dello Stato islamico dell’Iraq (Isil), che hanno conquistato con la forza parti del territorio iracheno, potrebbero aumentare il loro potere e destabilizzare gli altri Paesi nella regione”. “La popolazione irachena alla fine respingerà Isil, tuttavia il gruppo rappresenta ancora una minaccia a medio e lungo termine per gli Usa”, aveva detto Obama. “Dovremo essere vigili nel complesso. Adesso il problema con Isis è il fatto che stanno destabilizzando il Paese”, ha spiegato Obama, usando un acronimo noto del gruppo. “Questo potrebbe espandersi in alcuni nostri alleati, come la Giordania”. La rivolta sunnita in Iraq e nella vicina Siria è solo una delle minacce dalle quali gli Usa devono proteggersi, aveva aggiunto Obama in un’intervista registrata venerdì e trasmessa ieri da “Face the Nation” della Cbs. Obama ha citato il gruppo Boko Haram in nord Africa, e i gruppi di al-Qaida in Yemen, che secondo lui richiedono l’attenzione degli Usa e dei suoi partner.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata