Beirut (Libano), 20 giu. (LaPresse/AP) – Più di 51 milioni di persone alla fine del 2013 sono state costrette a fuggire dalle proprie case nel mondo, il dato più alto dalla Seconda guerra mondiale. Il numero è fornito dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) e include rifugiati e richiedenti asilo che sono scappati dai loro Paesi o che si sono spostati all’interno di essi. Secondo il Global Trends Report diffuso annualmente dall’agenzia Onu, 51,2 milioni di persone sono state costrette alla fuga prima della fine dello scorso anno, sei milioni in più rispetto all’anno precedente. La sola guerra civile in Siria ha costretto nove milioni di persone a lasciare le proprie abitazioni.

Quasi tre milioni sono scappati all’estero, mentre più di 6,5 milioni si sono spostati all’interno della Siria. “Ora abbiamo una moltiplicazione di nuove crisi”, ha dichiarato il commissario per i rifugiati Antonio Guterres. “Oggi non solo abbiamo una mancanza di sistema di governance globale, ma anche una sorta di non chiaro senso di potere nel mondo”, ha aggiunto. Lo scorso anno, nel mondo c’erano 16,7 milioni di rifugiati, tra cui 11,7 milioni assistiti dalle agenzie Onu. Più della metà di questi ultimi, 6,3 milioni, ha vissuto in elisio per oltre cinque anni. Analizzando i dati per Paese, quelli con il maggior numero di sfollati sono Afghanistan, Siria e Somalia. Quelli che invece ospitano più persone sono Pakistan, Iran e Libano, la cui stabilità è minacciata dalla guerra civile siriana.

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