Washington (Usa), 30 mag. (LaPresse/AP) – Il segretario degli Stati Uniti per gli Affari dei veterani, Eric Shinseki, si è dimesso nell’ambito dello scandalo che coinvolge da settimane gli ospedali dove si curano i veterani di guerra. Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dicendo di avere accettato le dimissioni con “considerevole rammarico”. L’annuncio di Obama è giunto a seguito di un incontro con Shinseki nello Studio Ovale della Casa Bianca. Negli ultimi giorni le richieste di dimissioni per Shinseki si erano fatte sempre più insistenti da parte di numerosi deputati, sia repubblicani che democratici. Al centro dello scandalo ci sono presunti ritardi nelle cure, che in alcuni casi avrebbero provocato la morte di veterani che si sarebbe potuta evitare, in ospedali gestiti appunto dal dipartimento per gli Affari dei veterani.

Inizialmente l’attenzione si era concentrata su un ospedale di Phoenix, in Arizona, dove pare che 40 veterani siano morti mentre erano in attesa di cure e il personale abbia tenuto una lista segreta di pazienti in attesa proprio per nascondere i ritardi nelle cure. A poco a poco però il numero delle strutture sanitarie coinvolte è salito e, ad aggravare la situazione, è giunta mercoledì la pubblicazione di un rapporto interno dell’ispettorato generale, che ha rivelato una portata molto più ampia e approfondita, concludendo che i problemi coinvolgono molte delle 1.700 strutture sanitarie presenti in tutto il territorio nazionale. Il documento ha inoltre stabilito che circa 1.700 veterani in necessità di cure sono stati “a rischio di morte o di essere dimenticati” dopo essere stati mantenuti fuori da una lista d’attesa ufficiale. La relazione ha confermato tempi d’attesa eccessivi a Phoenix, con una media di 115 giorni prima di un primo appuntamento, cioè cinque volte di più dei 24 giorni di media riportati dall’ospedale sui registri. “Mi sono fidato troppo di qualcuno”, ha detto Shinseki. Il dipartimento per gli Affari dei veterani fornisce ogni anno assistenza medica a circa 6,5 milioni di veterani e ha fra gli obiettivi quello di dare il primo appuntamento ai pazienti entro 14 giorni dalla prima richiesta.

Poco prima di rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente, Shinseki si era scusato per i problemi dell’agenzia. Il ministro ha presentato a Obama l’esito di una verifica condotta al dipartimento, che mostra appunto che i problemi non sono limitati a poche strutture ma a molte e in tutto il Paese. “È totalmente inaccettabile”, ha detto Obama. “I nostri veterani meritano il meglio, se lo sono guadagnato”, ha proseguito, aggiungendo che Shinseki ha avviato un processo di licenziamento di parte del personale e di cancellazione dei bonus a seconda delle performance, ma che ora starà al dipartimento della Giustizia determinare se al dipartimento per gli Affari dei veterani siano stati commessi reati.

Shinseki, dal canto suo, ha detto che l’agenzia ha bisogno di una nuova leadership, aggiungendo di non volere costituire una distrazione. Al suo posto Obama ha nominato Sloan D. Gibson, finora vice segretario per gli Affari dei veterani, che gestirà il dipartimento in attesa di trovare un altro segretario. Banchiere per circa 20 anni, Gibson è il numero 2 del dipartimento da febbraio di quest’anno, quando vi arrivò dopo avere servito come presidente e ceo di Uso, un’organizzazione no profit che fornisce programmi e servizi per i soldati Usa e le loro famiglie.

Anche se non è ancora stato accertato dalle indagini se ci sia un effettivo legame fra i ritardi degli appuntamenti e i casi di decesso dei pazienti, la controversia è diventata una questione chiave a Washington dal momento che le cure dei veterani dell’esercito sono una questione che tocca l’emotività di molti, soprattutto in relazione alle guerre in Iraq e Afghanistan. Negli ultimi anni l’agenzia ha dovuto affrontare un aumento delle richieste dei suoi servizi: oggi gli iscritti sono 9 milioni, contro gli 8 milioni del 2008. L’aumento è stato dovuto al flusso di ritorno dei militari da Iraq e Afghanistan e al fatto che i veterani della guerra del Vietnam, man mano che vanno avanti con l’età, hanno più problemi di salute.

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