Bangkok (Thailandia), 7 mag. (LaPresse/AP) – La Corte costituzionale thailandese ha riconosciuto la premier del Paese Yingluck Shinawatra colpevole di abuso di potere e le ha ordinato di lasciare l’incarico. Shinawatra è stata accusata in relazione alla sua decisione, risalente al 2011, di trasferire il capo del Consiglio nazionale di sicurezza a un altro incarico. La Corte ha stabilito che il trasferimento fu effettuato con “un’agenda segreta” che ha violato la costituzione, e che dovranno lasciare l’incarico anche nove membri dell’attuale governo. Le persone che facevano parte dell’esecutivo all’epoca sono stati riconosciuti complici della sua decisione e devono perciò dimettersi. Per il momento non è chiaro chi diventerà il nuovo premier ad interim.
L’obiettivo della decisione di Shinawatra, ha stabilito la Corte, fu quello di avvantaggiare dal punto di vista politico la famiglia della premier, che di conseguenza ha violato la Costituzione. “Il trasferimento di funzionari governativi deve avvenire nel rispetto del principio morale”, si legge nella motivazione della sentenza, letta alla tv in diretta per quasi 90 minuti. “Il trasferimento con un’agenda nascosta non è accettabile, hanno stabilito i giudici, aggiungendo che “la Corte costituzionale ha deciso all’unanimità che Yingluck Shinawatra ha usato il proprio status di primo ministro per intervenire per il beneficio suo e e di altri per trasferire un funzionario governativo”, il che costituisce una violazione dell’articolo 268 della Costituzione e mette fine al suo mandato di primo ministro.
Il verdetto è una vittoria degli oppositori di Shinawatra, che sei mesi fa avevano iniziato una campagna mirata a far cadere il suo governo. Almeno venti persone hanno perso la vita e centinaia sono rimaste ferite in questa ultima ondata di violenze. La decisione della Corte costituzionale non aiuterà però a risolvere la crisi politica, lasciando un vuoto e aprendo la strada ad altri disordini. Non è chiaro, inoltre, se alla luce della sentenza le elezioni anticipate in programma a luglio si svolgeranno come previsto. I sostenitori di Shinawatra, provenienti soprattutto dalle zone rurali del Paese, avevano già convocato per sabato una manifestazione a Bangkok. Gli oppositori dell’attuale governo chiedono la creazione di un consiglio per le riforme guidato da un leader da loro selezionato, che dovrebbe adottare misure mirate a mettere fine alla corruzione.
Il conflitto politico in Thailandia va avanti dal 2006, quando l’allora primo ministro Thaksin Shinawatra, fratello di Yingluck, fu allontanato dal potere in un colpo di Stato militare dopo essere stato accusato di corruzione, abuso d’ufficio e mancato rispetto per il re Bhumibol Adulyadej. I sostenitori e gli oppositori del premier hanno continuato a scendere in strada negli ultimi anni. Dopo le elezioni anticipate di febbraio, Yingluck è stata primo ministro ad interim. Il voto è stato però annullato e nuove elezioni sono state indette per luglio.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata