Seul (Corea del Sud), 28 apr. (LaPresse/AP) – Il capitano lascia la nave in mutande buttandosi su una imbarcazione della guardia costiera mentre il traghetto è inclinato di 45 gradi e dentro ci sono ancora circa duecento persone. E’ quanto si vede in nuove immagini diffuse dalla guardia costiera sud coreana, relative al disastro del 16 aprile scorso, nel quale hanno perso la vita 188 persone la maggior parte delle quali rimaste nello scafo finito a fondo, tra le quali decine di studenti in gita.

Nel video si vede il capitano Lee Joon-seok, con l’aria sfinita, vestito solo di maglietta e mutande, gettarsi sul gommone. Un gesto di scarsa responsabilità che non ha riguardato solo il capitano, spiega la guardia costiera. Molti membri dell’equipaggio, infatti, non si sono presentati come tali ai soccorritori. E questi ultimi non avevano modo di capirlo da soli. “Sul momento – spiega Kim Kyung-il, ufficiale della guardia costiera – non potevamo distinguere l’equipaggio dai passeggeri. Tutti avevano i giubbotti di salvataggio, perciò non eravamo in grado di dire se una uno facesse parte del personale o meno”.

Per il disastro il capitano Lee Joon-seok si trova ancora in stato di arresto insieme a sei membri del suo equipaggio. Dieci filiali della compagnia a cui apparteneva il traghetto, la Marine Company Chonghaejin, sono state perquisite. Almeno 70 le persone coinvolte, con l’ordine di non lasciare il Paese per un mese. E ieri, in seguito alle polemiche sulla tragedia, si è dimesso il premier sudcoreano Chung Hong-won.

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