Istanbul (Turchia), 31 mar. (LaPresse/AP) – “Ringrazio il mio Signore per avermi assicurato una tale vittoria, un risultato tanto significativo”. Così il primo ministro della Turchia, Recep Tayyp Erdogan, rivendicando la vittoria del suo partito Akp alle elezioni amministrative che si sono tenute ieri, in un discorso tenuto ad Ankara davanti a una folla di sostenitori che cantavano ‘La Turchia è orgogliosa di te’. Poi Erdogan si è rivolto a quelli che ha definito “traditori” e ha promesso: “Dovremmo entrare nelle loro caverne” e “pagheranno e risponderanno delle loro azioni”.
Il riferimento è probabilmente al movimento guidato dal suo ex alleato e ora avversario, il religioso Fethullah Gulen, che risiede negli Stati Uniti e al quale Erdogan attribuisce la responsabilità della diffusione delle registrazioni dello scandalo corruzione. Poi il premier ha aggiunto: “Noi abbiamo la democrazia che l’Occidente tanto desidera”.
Con il 92% delle schede conteggiate il partito di Erdogan Akp, il cui simbolo è una lampadina gialla, ha ottenuto il 45,2%, mentre il principale partito dell’opposizione Chp si attesta al 28,6%. Segnale importante del fatto che, nonostante gli scandali, l’Akp ha mantenuto Istanbul e Ankara.
Il nome di Erdogan non compariva su nessuna delle schede dal momento che si tratta di elezioni amministrative, ma il voto di ieri era ampiamente considerato come un referendum su di lui dopo lo scandalo corruzione che ha coinvolto il suo governo, dopo la repressione delle proteste di Gezi Park dello scorso anno e dopo il recente pugno duro usato con il blocco di Twitter e YouTube.
L’affluenza sembra essere stata alta, con lunghe code ai seggi. I risultati potrebbero spingere Erdogan a candidarsi alle presidenziali di agosto. Finora lui sembrava propendere per escludere questa ipotesi, dal momento che comporta rischi visto che per vincere è necessario ottenere il 50% dei voti.
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