Tokyo (Giappone), 27 mar. (LaPresse/AP) – La corte distrettuale di Shizuoka ha ordinato il rilascio di Iwao Hakamada, l’uomo che al mondo ha trascorso più tempo come condannato a morte, affermando che gli investigatori avevano probabilmente falsificato delle prove e ordinando un nuovo processo del caso di omicidio per il quale il detenuto è stato in carcere per quasi cinquant’anni. Hakamada, 78 anni, ex pugile professionista, era stato condannato nel 1966 per l’omicidio di una famiglia. La corte di Shizuoka ha adesso sospeso la pena. Dei 48 anni che ha trascorso in prigione 45 li ha passati nel braccio della morte, diventando così secondo il Guiness dei primati il detenuto che ha trascorso più tempo come condannato a morte del mondo.

Hakamada era stato condannato a morte nel 1968, ma la sua pena non è stata eseguita a causa della lentezza dei processi di appello. Ci sono voluti 27 anni perchè la Suprema corte negasse il suo primo appello per un nuovo processo. L’uomo ha depositato un secondo appello nel 2008, e il tribunale ha oggi deciso di accoglierlo. Secondo la corte distrettuale di Shizuoka le analisi del Dna ottenute dagli avvocati del ricorrente suggeriscono che gli investigatori abbiano contraffatto le prove. Il tribunale ha deciso così di riprocessare l’uomo. Hakamada diventa così il sesto condannato a morte nella storia del Paese a ottenere un nuovo processo dal dopoguerra.

Quattro degli altri prigionieri sono stati assolti nel corso dei nuovi procedimenti, mentre il quinto caso è ancora in sospeso. La decisione di oggi porta all’attenzione gli interrogatori a porte chiuse spesso criticati in Giappone, che si basano sulle confessioni. Hakamada aveva confessato in un interrogatorio a porte chiuse. L’uomo era stato riconosciuto colpevole di aver ucciso un manager di un’azienda e la sua famiglia e di aver dato fuoco alla loro casa, dove lui era un dipendente.

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