Masna (Libano), 10 mar. (LaPresse/AP) – Le suore del convento di Maaloula in Siria, liberate ieri dopo essere state sequestrate quattro mesi fa dai ribelli, sono arrivate nella notte a Jdeidet Yabous, vicino al confine libanese. Le 13 religiose e tre loro collaboratrici sono arrivate a bordo di un convoglio di 30 auto. La liberazione è avvenuta ieri, dopo che i ribelli hanno acconsentito a uno scambio con le autorità siriane, ottenendo la scarcerazione di donne detenute. Una fotografia, pubblicata sui media ufficiali libanesi, mostra alcuni soldati aiutare una delle suore di mezza età a uscire da un veicolo. In cambio del loro rilascio, Damasco libererà circa 150 prigioniere dalle carceri governative, ha spiegato alla tv siriana il capo dell’Agenzia di sicurezza generale, generale Abbas Ibrahim.

Ha aggiunto che l’accordo ha rischiato di saltare all’ultimo minuto, quando i ribelli hanno alzato il numero di donne di cui pretendevano la liberazione nello scambio. A sequestrare le suore a inizio dicembre erano stati i ribelli che combattono contro il regime del presidente Bashar Assad, inclusi combattenti del gruppo al-Nusra legato ad al-Qaeda. “Siamo arrivate tardi e siamo arrivate stanche”, ha detto la madre superiora, Pelagia Sayaf, che guida il convento di Maaloula. Assieme alle consorelle, è stata condotta in una stanza per le cerimonie dagli ufficiali siriani. Le religiose sono per la maggior parte libanesi e siriane e lavoravano nell’orfanotrofio del convento.

Sayaf ha dichiarato che sono state trattate bene: “Dio non ci ha abbandonate. Il Fronte è stato buono con noi, ma ci siamo tolte i simboli religiosi perché eravamo nel posto sbagliato dove indossarli”. Il loro rapimento ha confermato i timori della minoranza cristiana in Siria, che afferma di essere presa di mira dalle frange ribelli estremiste e legate ad al-Qaeda. Due vescovi sono stati catturati nelle zone in mano ai ribelli ad aprile scorso, mentre il gesuita italiano Paolo Dall’Oglio è scomparso a luglio a Raqqa, dove si trovava per incontrare dei militanti. Da allora non si hanno notizie.

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