Beirut (Libano), 30 gen. (LaPresse/AP) – Il governo siriano ha raso al suolo migliaia di abitazioni, in alcuni casi interi quartieri, per punire i sostenitori dell’opposizione. Questa la denuncia dell’ong Human Rights Watch (Hrw), secondo cui il regime ha utilizzato esplosioni controllate e bulldozer per portare avanti la campagna tra luglio del 2012 e luglio del 2013 in sette distretti pro-opposizione nelle zone di Damasco e Hama. Si tratta, afferma il gruppo per i diritti umani in un rapporto di 38 pagine, di una violazione del diritto internazionale. “Cancellare interi quartieri dalle mappe non è una legittima tecnica di guerra”, ha detto Ole Solvang, ricercatore di Hrw, aggiungendo che “queste demolizioni illegittime sono l’ultima aggiunta a un lungo elenco di crimini commessi dal governo siriano”. Molti degli edifici demoliti, fa sapere l’organizzazione, erano palazzi residenziali e migliaia di famiglie hanno perso le proprie case.

Funzionari del governo e media di Stato sostenevano che si trattasse di una campagna di pianificazione urbana oppure di tentativi mirati a eliminare edifici costruiti abusivamente. Hrw ha stabilito tuttavia che le demolizioni erano sorvegliate dall’esercito ed erano avvenute in zone interessate in passato da combattimenti o note come roccaforti dell’opposizione. Inoltre, riferisce l’ong, non ci sono prove di simili operazioni in distretti pro-governativi. I quartieri colpiti sono Masha al-Arbayeen e Wadi al-Jouz a Hama, nonché Qaboun, Tadamoun, Barzeh e Mezzeh a Damasco e il sobborgo di Harran al-Awamid nei pressi della capitale. Residenti hanno riferito che le operazioni erano iniziate poco dopo il ritiro dei ribelli dai rispettivi distretti. In molti casi le forze governative non hanno avvertito in anticipo gli abitanti delle case destinate alla demolizione, i quali non sono riusciti a portare via neanche le cose più preziose.

Nel rapporto, basato su interviste a testimoni e informazioni fornite dalle autorità, Hrw ha incluso immagini satellitari delle suddette zone prima e dopo le demolizioni. “Nessuno dovrebbe essere ingannato dal governo che afferma di aver lanciato un’operazione di pianificazione urbana nel mezzo di un conflitto sanguinoso”, ha detto Solvang, aggiungendo: “Si è trattato della punizione collettiva di comunità sospettate di sostenere la rivolta. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu dovrebbe, con un mandato della Cpi (Corte penale internazionale, ndr), inviare un chiaro messaggio sul fatto che occultamento e impunità del governo non impediranno che venga fatta giustizia per le vittime”.

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