Mosca (Russia), 30 dic. (LaPresse/AP) – Secondo attentato in 24 ore a Volgograd, in Russia. Almeno 14 persone sono morte e quasi 30 sono rimaste ferite in un’esplosione avvenuta stamattina su un filobus nella città russa. Il portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, ha fatto sapere in una nota che dietro l’esplosione c’è stato un attentatore suicida. La deflagrazione, ha riferito Markin, è stata provocata da una bomba simile a quella usata ieri nell’attacco contro la stazione centrale di Volgograd, il che suggerisce che ci sia un legame tra i due attentati. Nell’attacco di ieri avevano perso la vita almeno 17 persone. Volgograd è situata a circa 650 chilometri a nordest di Sochi, dove il prossimo 7 febbraio inizieranno le Olimpiadi invernali.

Per il momento nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità dei due attentati, avvenuti alcuni mesi dopo che il leader ribelle ceceno Doku Umarov aveva fatto appello per nuovi attacchi contro obiettivi civili in Russia, tra cui quelli legati alle Olimpiadi di Sochi. La maggior parte degli attacchi lanciati negli ultimi anni in Russia era concentrata nella regione del Caucaso del Nord, il centro della rivolta portata avanti da militanti islamici. Negli ultimi due mesi, però, Volgograd è stata colpita tre volte; a ottobre, infatti, sei persone erano state uccise in un attentato suicida a bordo di un autobus. Venerdì, invece, tre persone avevano perso la vita nello scoppio di un’autobomba nella città di Pyatigorsk, il centro di un distretto amministrativo federale creato dal Cremlino nell’ambito degli sforzi mirati a stabilizzare il Caucaso del Nord. Dopo l’esplosione di ieri il ministero dell’Interno aveva ordinato alla polizia di aumentare le misure di sicurezza in stazioni, aeroporti e altri centri di trasporti.

Negli ultimi anni in Russia si era verificata una serie di attacchi contro autobus, treni e aerei. Quaranta persone morirono e altre 120 rimasero ferite nel duplice attentato nella metropolitana di Mosca a marzo del 2010. A gennaio del 2011 un kamikaze colpì l’aeroporto Domodedovo di Mosca, uccidendo 37 persone e ferendone più di 180. Umarov, che rivendicò la responsabilità degli attacchi del 2010 e del 2011, ordinò di fermare gli attentati contro obiettivi civili durante le proteste di massa contro il presidente Vladimir Putin nell’inverno del 2011-2012. A luglio scorso, però, il leader ribelle ordinò ai suoi uomini di “fare tutto il possibile” per minare le Olimpiadi di Sochi, descritte da lui come “danze sataniche sulle ossa dei nostri antenati”.

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