Phnom Penh (Cambogia), 12 nov. (LaPresse/AP) – Una persona è morta e altre 20 sono rimaste ferite in Cambogia, dove la polizia ha sparato sulla folla di operai tessili che protestava fuori dalla capitale Phnom Penh. La vittima, riporta Am Sam Ath del gruppo per i diritti umani Licadho, è una donna raggiunta da un proiettile mentre vendeva riso su un marciapiede. Gli operai della compagnia SL Garment Processing Cambogia stavano sfilando dalla loro fabbrica fino alla residenza del premier Hun Sen a Phnom Penh, ma circa mille agenti in assetto anti-sommossa li hanno bloccati. I dimostranti hanno lanciato delle pietre contro i poliziotti, che hanno risposto con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e munizioni vere. Gli operai protestano da mesi per ottenere condizioni lavorative e una paga migliori. La fabbrica in cui lavorano produce abiti per Gap, H&M e altri marchi internazionali.
Gli scontri sono scoppiati dopo che la polizia ha inviato cinque agenti a negoziare con gli operai, che però hanno circondato i poliziotti minacciando di linciarli, ha detto Chan Soveth, investigatore del gruppo per i diritti umani Adhoc. Non è tuttavia chiaro chi abbia dato il via alle violenze, ha aggiunto. I feriti includono sei manifestanti colpiti dai proiettili e cinque monaci buddisti intossicati dai lacrimogeni lanciati nella loro pagoda, dove alcuni dimostranti si erano rifugiati. Gli altri nove feriti sono giovani che si sono gettati nella mischia degli scontri e passanti. “La repressione condotta stamani dalla polizia sugli operai tessili è stata molto crudele ed è inaccettabile”, ha detto Kong Athith, portavoce del sindacato di settore. “I dipendenti della fabbrica erano disarmati. Perché la polizia ha usato proiettili veri contro di loro?”, ha chiesto. Le forze dell’ordine non hanno rilasciato commenti in merito.
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