Mosca (Russia), 6 nov. (LaPresse/AP) – Prima testimonianza in aula in Russia per Sergei Filin, il direttore del Bolshoi aggredito con l’acido lo scorso 17 gennaio, nell’ambito del processo al ballerino Bolshoi Pavel Dmitrichenko sospettato di essere il mandante dell’aggressione. Parlando in tribunale per circa tre ore Filin, che indossava occhiali scuri, ha ricordato Dmitrichenko come una persona “esplosiva ed emotiva” che cercava sempre di creare problemi nella compagnia, dicendo che “Pavel mi minacciava sempre indirettamente” e “ribaltava ogni situazione contro di me e ha fatto tutto il possibile per diffamarmi”. Nell’aggressione il direttore del Bolshoi ha perso un occhio e il 20% delle capacità visive dell’altro. “Sentii che c’era qualcosa che non andava, poi all’improvviso il liquido”, ha dichiarato Filin nella testimonianza. “La mia vista è calata, e ho sentito dolore come non lo avevo mai sentito in vita mia”, ha aggiunto.
Secondo l’accusa, il ballerino Dmitrichenko si mise d’accordo con l’ex detenuto Yuri Zarutsky per compiere l’attacco con l’acido, avvenuto fuori dall’abitazione di Filin. Dmitrichenko, dal canto suo, si dichiara non colpevole e insiste sul fatto che Zarutsky abbia agito in autonomia, dicendo che lo stesso Zarutsky gli aveva chiesto suggerimenti perché voleva iscrivere la figlia a una scuola di ballo e in questo modo scoprì chi era Filin. Se giudicati colpevoli di collusione, i due rischiano 12 anni di reclusione. Le condanne potrebbero invece essere ridotte nel caso in cui i due venissero giudicati separatamente. “Non sapevo cosa stesse per accaderti”, ha detto Dmitrichenko a Filin in aula. “Ancora adesso non riesco a togliermi di dosso la responsabilità morale” dell’aggressione, ha aggiunto. Filin vuole ottenere un risarcimento di oltre 100mila dollari dal processo.
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